(Reuters Health) – Secondo una recente revisione sistematica degli studi, le sette terapie focali disponibili per l’ablazione della prostata sembrano essere sicure e hanno effetti minimi sulla continenza o sulla potenza. “Oggi si può eseguire con successo un’ablazione della prostata”, ha dichiarato Scott E. Eggener dell’Università di Chicago, che ha lavorato alla revisione. “La cosa fondamentale è individuare quella che abbia un’efficacia a lungo termine per il paziente”. La terapia focale può servirsi di diverse fonti energetiche per l’ablazione del tessuto prostatico, tra cui ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU), crioterapia, terapia fotodinamica (PDT), termoterapia interstiziale laser (LITT), brachiterapia, elettroporazione irreversibile (IRE) e ablazione con radiofrequenza (RFA).
La revisione degli studi
Eggener e colleghi hanno sintetizzato la fase di valutazione e le evidenze disponibili per ognuna di queste fonti di energia in un articolo pubblicato online il 30 agosto da European Urology. Analizzando 37 studi che hanno coinvolto più di 3200 pazienti, i ricercatori hanno riscontrato che la terapia focale causa raramente una significativa morbidità e sembra avere un effetto marginale sulla qualità della vita. I tassi di continenza- senza l’uso di tampone e senza la registrazione di perdite – oscillava tra l’83,3% e il 100%, mentre la potenza veniva preservata in un range compreso tra l’81,5% e il 100% degli uomini. Nessuno degli studi considerati si era servito di un braccio di controllo sottoposto a un trattamento standard e maggiormente focalizzato su sicurezza, fattibilità, outcome funzionali e risultati a breve e medio termine.I dati limitati hanno precluso la valutazione dell’efficacia oncologica. “La terapia focale del cancro alla prostata può essere considerata per pazienti ben selezionati, ma non ha manifestato un’efficacia a medio o lungo termine; quindi, si consiglia di continuare le ricerche e di essere prudenti”, ha affermato Eggener. “I pazienti la considerano un’opzione allettante, ma spesso faticano a comprendere che non esiste una cura certa contro il cancro che offra la garanzia di non produrre effetti collaterali”.
Fonte: European Urology 2016
Will Boggs MD
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)