Lo stress da lavoro è associato ad un tasso aumentato di suicidi fra gli uomini, ma non fra le donne. Lo rivela un ampio studio di 9.000 lavoratori australiani che si sono tolti la vita nell’arco di un decennio. I ricercatori dell’Università Deakin di Canberra e dell’Università di Melbourne, con la collaborazione dell’Istituto Nazionale francese di ricerca medica e sulla salute, hanno analizzato l’effetto dello stress da lavoro sulle probabilità di suicidio.
La ricerca
Lo studio durato cinque anni, il più ampio e più rigoroso finora condotto in materia, ha valutato in che misura i dipendenti sono in grado di decidere come eseguire i compiti di lavoro e di controllare le esigenze e le pressioni del lavoro stesso, oltre a misurare il carico di lavoro e le conseguenti pressioni. Ricerche precedenti si affidavano a interviste ai familiari, ma il nuovo studio ha usato i rapporti del coroner (il magistrato che indaga sulle circostanze di morte) per esaminare dati come il tipo di lavoro e l’età della persona.
La ricerca mostra che negli uomini un controllo ridotto sui propri compiti di lavoro è associato a un aumento del 35% nelle probabilità di suicidio. Le alte esigenze e pressioni di lavoro sono a loro volta associate a un aumento del 36% nelle probabilità di suicidio. Lo scrive il principale autore dello studio, Tony LaMontagne, del Centro di ricerca sulla Salute della Popolazione dell’Università Deakin, sul sito dell’ateneo. Tuttavia fra le lavoratrici né lo scarso controllo sui compiti di lavoro né le alte pressioni di lavoro sono associate a un maggiore rischio di suicidio. “Contrariamente alle aspettative, vi sono indicazioni che nelle donne le alte esigenze di lavoro sono associate a minori rischi di suicidio”, scrive LaMontagne.
“Per un quadro più completo saranno necessarie ulteriori ricerche sulle donne lavoratrici, con particolare riguardo al lavoro non remunerato e al conflitto fra lavoro e impegni di famiglia, oltre che alle condizioni di lavoro remunerato”, aggiunge. I risultati mettono in luce la necessità di maggiori sforzi per migliorare l’ambiente psicosociale di lavoro, osserva lo studioso. “Sappiamo che il suicidio è quattro volte più probabile tra gli uomini che tra le donne, quindi i risultati di questo studio mostrano la necessità di modificare i fattori di rischio di suicidio maschile. Le attività di prevenzione dovrebbero concentrarsi sugli uomini e sul miglioramento delle condizioni di lavoro”, conclude.