L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico dovuto a PM2,5, PM10, biossido di azoto (NO2) e ozono (O3) è associata a un maggior numero di ricoveri ospedalieri per infezioni delle basse vie respiratorie negli adulti. L’associazione sarebbe più forte negli uomini, nelle persone dai 65 anni in su e tra chi ha avuto una diagnosi di ipertensione. È quanto evidenzia un team del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), in Spagna, che ha pubblicato i risultati di un’indagine su Environment International.
L’inquinamento atmosferico è un noto fattore di rischio per le malattie respiratorie come asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Tuttavia, il suo contributo alle infezioni delle basse vie respiratorie – polmoni, bronchi, alveoli – è meno documentato. Lo studio ha coinvolto 3,8 milioni di adulti della coorte COVAIR-CAT. Per stimare le concentrazioni medie annue di inquinanti alle quali è stata esposta la popolazione coinvolta, i ricercatori hanno valutato le residenze dei partecipanti, mentre le informazioni su ricoveri, mortalità e comorbilità sono state ricavate da database elettronici.
Dall’analisi è emerso che l’associazione tra inquinamento atmosferico e ricoveri ospedalieri per infezioni delle basse vie respiratorie era più pronunciata nelle persone con più di 65 anni o con comorbilità, rispetto alle persone più giovani o senza comorbilità. In particolare, livelli elevati di inquinamento atmosferico erano associati a tassi di ricoveri ospedalieri per infezioni delle basse vie respiratorie circa tre volte più alti tra le persone dai 65 anni rispetto ai più giovani. L’esposizione a livelli elevati di NO2, PM2.5 o PM10, ma non di ozono, era associata a un aumento di circa il 50% dei ricoveri ospedalieri negli uomini, contro circa il 3% nelle donne. “L’associazione è stata osservata anche a livelli di inquinamento inferiori agli attuali standard di qualità dell’aria dell’Unione Europea”, ha spiegato Anna Alari, prima autrice dello studio, secondo la quale “è fondamentale adottare standard più rigorosi, per ridurre l’inquinamento atmosferico e diminuire i ricoveri ospedalieri, proteggendo, così, le popolazioni vulnerabili”.
Environment International (2025) – doi: 10.1016/j.envint.2024.109230