Lo sviluppo del Lenacapavir, il farmaco che si somministra solo una volta ogni 6 mesi ed è efficacissimo a prevenire l’Hiv è stata promossa dalla rivista Science come scoperta dell’anno, “Breakthrough of The Year”. Pubblicati di recente sul New England Journal of Medicine, i dettagli sull’efficacia di questo farmaco nella profilassi preventiva sono stati oggetto di un trial clinico di fase III, finanziato da Gilead e condotto da medici della Emory University. L’iniezione è risultata significativamente più efficace della attuale terapia preventiva, la profilassi pre-esposizione o PrEP, una cura orale giornaliera che però funziona solo se la terapia è seguita tutti i giorni. Il riconoscimento di Science attesta anche il lavoro svolto per comprendere meglio struttura e funzione della proteina che forma l’involucro (capside) del virus che continua a infettare più di un milione di persone l’anno, e un vaccino rimane una chimera. Lenacapavir offre una speranza concreta nella prevenzione.
Gli studi clinici hanno dimostrato la notevole efficacia del farmaco, che ha raggiunto una protezione del 100% nelle giovani in Africa e del 99,9% in gruppi di individui con diverse identità di genere in tutti i continenti. Il successo di Lenacapavir deriva da una ricerca innovativa sulla proteina del capside dell’HIV. Irrigidendo questa proteina, il farmaco blocca le fasi chiave della replicazione virale. Quest’azione di contrasto sul capside, un tempo ritenuta impraticabile, potrebbe ispirare trattamenti per altre malattie virali. Inizialmente sviluppato come terapia di salvataggio per i pazienti resistenti ad altri farmaci, la forma iniettabile a lunga durata di lenacapavir lo posiziona ora come un fattore di svolta nella prevenzione dell’HIV, in quanto supera i problemi di aderenza della PrEP e le iniezioni bimestrali come il cabotegravir, in particolare nei luoghi ove persiste lo stigma dell’infezione e difficoltà di accesso alle cure. Il Lenacapavir è attualmente al vaglio della FDA per l’approvazione e potrebbe essere disponibile per uso commerciale entro il 2025. Tuttavia, l’introduzione a livello globale dipende dall’accessibilità economica, dagli accordi di produzione e da una solida infrastruttura sanitaria. Il suo potenziale di ridurre drasticamente le infezioni nelle popolazioni ad alto rischio ne sottolinea l’importanza: rappresenta un passo fondamentale per ridurre l’HIV/AIDS come crisi sanitaria globale.