#lsea2024

Siamo i
tipi giusti?

Federica Ribacchi

Il progetto “Siamo i tipi giusti?”, realizzato da Sanofi in collaborazione con ADMO, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare tutti i dipendenti di Sanofi Italia sull’importanza della donazione di cellule staminali. A parlarcene è Federica Ribacchi, Public Affairs Lead Sanofi General Medicines. Parte del team anche Carmel Calbi, Transplant Brand & Customer Engagement Lead, Melania Maione, Transplant Medical Manager, Ervin Mara, Transplant Franchise Head Sanofi General Medicines e Davide D’Avenia, Communication Business Partner Sanofi General Medicines

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge? 
Per oltre 25 anni, Sanofi ha portato terapie trasformative ai pazienti che ricevono nuove speranze attraverso trapianti di organi solidi e cellule staminali; siamo stati storicamente impegnati in onco-ematologia e nella ricerca di soluzioni all’avanguardia che abbracciano l’intero “continuum” del trattamento dei trapianti, dalle cellule staminali al trapianto di organi. Sanofi ha una grande eredità, ma un futuro ancora più forte grazie ad acquisizioni strategiche, come quella di Kadmon Pharmaceutical nel 2021, per garantire che ancora più pazienti possano avere prospettive diverse attraverso un trapianto di successo. La campagna “Siamo i tipi giusti?”, in collaborazione con ADMO, Associazione Donatori Midollo Osseo, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare tutti i dipendenti di Sanofi Italia, delle sedi di Milano e Roma, dei siti produttivi di Scoppito, Anagni e Origgio e dislocati su tutto il territorio nazionale, sull’importanza della donazione di cellule staminali per i pazienti che necessitano di un trapianto di midollo osseo. Sono circa 2.000 i dipendenti dell’azienda in Italia, cittadini che grazie alla loro consapevolezza possono fare la differenza per i pazienti e chi sta loro accanto.  

Potrebbe descriverlo brevemente? 
La campagna di sensibilizzazione ha visto la realizzazione di quattro eventi interni per sensibilizzare tutti i colleghi sull’importanza della donazione di cellule staminali per i pazienti che necessitano di un trapianto di midollo osseo. Gli eventi sono stati svolti nei siti industriali di Scoppito, Origgio, Anagni e nella sede Sanofi di Milano, e sono stati preceduti da momenti di incontro con i dipendenti presso un “corner informativo” gestito dai volontari ADMO per raccogliere quante più informazioni possibili sulla donazione e con la possibilità di iscriversi al registro dei donatori su base volontaria. Durante gli eventi i nostri colleghi hanno potuto conoscere e ascoltare testimonianze di donatori e riceventi e comprendere meglio il grande lavoro svolto da associazioni di volontariato quali ADMO che ogni giorno dedicano il loro tempo per garantire “nuova vita” a chi attende e cerca “il proprio tipo giusto, il proprio gemello genetico”. 

Che risultati avete o volete raggiungere?
Obiettivo principale era quello di fare una corretta informazione e sensibilizzare quanti più colleghi possibile sull’importanza della donazione. Pur senza un obiettivo numerico prestabilito, come azienda desideravamo essere al fianco di un’associazione come ADMO che rappresenta un punto di riferimento per migliaia di pazienti che necessitano di un trapianto di cellule staminali. Siamo orgogliosi di sapere che diversi colleghi in azienda hanno deciso volontariamente di iscriversi al registro dei donatori e di voler dunque donare una nuova speranza a pazienti che potranno beneficiare del loro gesto altruistico.  

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito? 
C’è ancora tanto da fare soprattutto nel divulgare una corretta informazione su questo tema che, purtroppo, è ancora oggi avvolto da uno stigma che non permette a tanti cittadini di conoscere realmente l’importanza di un gesto altruistico come quello della donazione e soprattutto in cosa consista all’atto pratico donare. Per tanti anni, infatti, la donazione di cellule staminali è stata vista come una procedura complessa e dolorosa, ma oggi è diventata più semplice: nella maggior parte dei casi (8 su 10) viene somministrato un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico. Le cellule possono essere quindi raccolte con una tipologia di prelievo (aferesi) ed è simile ad una comune donazione di sangue. Più raramente si esegue il prelievo direttamente dal midollo osseo, ma l’anestesia rende questa procedura indolore. In entrambi i casi il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in poco più di una settimana.  

Qual è l’aspetto principale dell’Internal Campaign & HR Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni? 
Aver acceso la luce su un tema che non trova ancora molto spazio nella cultura del nostro Paese e che invece necessiterebbe di avere sempre più rilievo, soprattutto, aver creato un movimento interno alla nostra azienda – che fa dell’attenzione al paziente il suo faro – che ha portato diversi colleghi a iscriversi volontariamente al registro dei donatori.



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