#lsea2024

Europa In salute

Ana Sbutega

Creare un momento di confronto sulle grandi sfide industriali e sanitarie per una Unione Europea a prova di futuro e scienza. Questo l’obiettivo del progetto “Europa In salute” di Eli Lilly di cui abbiamo parlato con Ana Sbutega, Associate Director Government Affairs, Lilly Italia. Parte del team anche Federico Villa, Vice President Corporate Affairs & Patient Access Lilly Italia, Benedetta Bitozzi, Associate Director Communication, Advocacy & Policy Lilly Italia, Raffaella Bugliazzini, Communication & Media Relations Manager Lilly Italia, Chiara Gizzi, Patient Advocacy Manager Lilly Italia e Rosa Flaminio, Associate Corporate Affairs, Lilly Italia

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Oggi l’industria farmaceutica è un generatore di sicurezza, crescita, buona occupazione, sostenibilità e salute e per questo dovrebbe finalmente essere considerata come ciò che già è: strategica. L’enorme patrimonio di eccellenza industriale, scientifica Made in Italy e l’ondata di ricerca e innovazione alle porte, che come Eli Lilly promuoviamo in prima linea, può essere limitata se le politiche sanitarie e industriali europee, diventano anguste e disattendono gli stessi obiettivi auspicati di attrattività, autonomia e accesso tempestivo. L’Unione europea svolge un ruolo cruciale e oggi si trova di fronte ad un bivio politico: rilanciare l’economia grazie all’innovazione, la ricerca e la salute sfidando i giganti come gli USA e la Cina o rimanere indietro. Con le elezioni europee alle porte, l’iniziativa nasceva con l’intenzione di guidare, come Eli Lilly, un foro di dialogo e condivisione tra tutti gli stakeholder del sistema salute: i decisori pubblici, l’industria, la comunità scientifica, le associazioni dei pazienti sulle sfide e le rispettive esigenze con l’obiettivo di rendere più consapevoli i candidati e la classe politica delle scelte che influiranno per il futuro di tutti noi: cittadini e industria.

Potrebbe descriverlo brevemente?
Durante la giornata di lavoro rappresentanti dello scacchiere della salute, il Ministero della salute, Agenas, numerosi membri del Parlamento italiano ed europeo, di tutte le forze politiche in campo, società scientifiche, associazioni dei pazienti insieme ad Ilya Yuffa, Presidente di Eli Lilly international, si sono confrontati sulle grandi sfide industriali e sanitarie per una UE a prova di futuro e scienza. Al cuore dei lavori la strategia farmaceutica europea, i limiti della sua visione industriale e le sue potenzialità, la posizione dell’Italia su una riforma attesa dall’industria. A seguire, riflessioni sulla capacità attuattiva di riforme strategiche come lo spazio comune dei dati sanitari, l’implementazione della regolamentazione dell’HTA. A chiudere un confronto sulle politiche sanitarie per completare quel disegno di una “Europa in salute” lanciato da Ursula Von der Leyen e sulla possibilità di affrontare con politiche comuni sfide epocali come l’obesità e le demenze, così come sperimentato durante la pandemia e per il Piano della lotta contro il cancro.

Che risultati avete o volete raggiungere?
Abbiamo voluto costruire, e vogliamo continuare a farlo, con trasparenza, un contenitore ricco di contenuti in linea con le esigenze dei singoli, ma anche un incubatore di idee e proposte da consegnare alle Istituzioni per un futuro dove il bene della salute non sia solo pubblico, ma anche frutto di un lavoro collettivo.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Viviamo in un’era dove le dichiarazioni tempestive prevalgono sul dialogo e l’ascolto, mentre ritengo che il vizio di forma derivi proprio dal fatto che le prime dovrebbero essere il risultato delle seconde. La pandemia ci ha dimostrato che la collaborazione tra l’industria farmaceutica e le istituzioni non è solo possibile, ma anche utile e oggi abbiamo bisogno di creare fori di dialogo strutturali con coraggio per crare un sistema a prova di scienza, finalmente attrattivo.

Qual è l’aspetto principale dell’Institutional & Patient Event che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Le Scienze della vita sono un settore complesso e veloce, il rischio di non avere un dialogo è di avere un sistema di policy a “doppia velocità” dove l’innovazione corre più veloce della capacità dei nostri sistemi di abbracciarla. L’aspetto principale sarà pertanto il dialogo ma ancor prima l’ascolto e non più una tantum. Ciò che oggi manca è una piattaforma strutturale, necessaria per promuovere politiche e partnership coraggiose e finalmente coerenti.



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