#lsea2024

Ruxolitinib

La prima terapia
specifica per la vitiligine

Francesco Foschini

La prima terapia specifica per la vitiligine. A realizzarla è Incyte e noi abbiamo approfondito l’argomento con Francesco Foschini, Senior Director, Business Unit IAI Dermatology Incyte Italia. Parte del team anche Alessandra Salmaso, Medical Director IAI Incyte Italia

Qual è l’impegno della sua azienda in questa area terapeutica? 
Incyte è un’azienda biofarmaceutica focalizzata sulla ricerca e lo sviluppo di soluzioni terapeutiche in aree a elevato unmet need, per le quali i pazienti hanno a disposizione limitate opzioni di trattamento, o addirittura nessuna. In Italia il nostro impegno si è recentemente esteso dall’area dell’onco-ematologia alle patologie infiammatorie e autoimmuni, con un particolare focus sulla dermatologia. Ruxolitinib, il primo farmaco specifico per il trattamento della vitiligine, inaugura il nostro percorso in quest’ambito, ma nel futuro attendiamo importanti novità anche sul fronte della dermatite atopica e dell’idrosadenite suppurativa. La ricerca è nel DNA di Incyte, basti pensare che quasi metà della popolazione aziendale a livello globale è impegnata in R&D e che in Italia investiamo l’80% del nostro fatturato su questo fronte. Questo impegno si traduce in una pipeline solida e promettente, con 10 lanci ad alto impatto attesi da qui al 2030. 

A chi si rivolge il vostro prodotto? 
Ruxolitinib crema è indicato per il trattamento della vitiligine non segmentale con interessamento facciale negli adulti e negli adolescenti a partire dai 12 anni di età. 

Perché ritiene sia innovativo? 
Ruxolitinib crema è la prima terapia specifica per la vitiligine, scoperta e sviluppata nei laboratori Incyte. Fino a questo momento i pazienti affetti da vitiligine non avevano a disposizione opzioni di trattamento capaci di portare risultati clinici soddisfacenti: venivano principalmente utilizzati corticosteroidi o inibitori della calcineurina topici, farmaci non specifici che presentano diverse criticità, specialmente nel lungo termine. In media i pazienti affetti da vitiligine hanno sperimentato sei diversi approcci di trattamento senza avere ottenuto risultati rispondenti alle aspettative. Incyte è stata la prima azienda ad avere l’intuizione di formulare un jak inibitore in crema, consentendo alla molecola di agire alla base del meccanismo d’azione della vitiligine e avviare il processo di repigmentazione della pelle. Ruxolitinib quindi, non soltanto è il primo e unico trattamento specifico per la vitiligine ma è anche il primo jak inibitore a essere formulato in crema. Questa caratteristica ha l’ulteriore vantaggio di rendere l’azione del farmaco mirata sulle lesioni, limitando l’assorbimento sistemico e minimizzando gli eventi avversi.   

Che risultati avete o volete raggiungere? 
Il motto di Incyte è Solve On e parla del nostro impegno incessante nel portare ai pazienti nuove risposte, sviluppando soluzioni terapeutiche in aree caratterizzate da un elevato unmet need, la vitiligine ne è un esempio. Ma il nostro impegno oggi si estende oltre l’ambito della ricerca scientifica: abbiamo l’ambizione di contribuire a generare valore condiviso per la comunità di cui facciamo parte. Per questo, ci impegniamo a collaborare con tutti gli attori del sistema salute per affrontare le sfide che il sistema salute affronta, lavorando per ottimizzare i percorsi di accesso, promuovere l’informazione e l’engagement dei pazienti, supportare la comunità scientifica. 

Quali ritiene siano gli unmet needs di questa area terapeutica? 
La vitiligine è stata a lungo considerata una semplice condizione estetica, quando si tratta invece di una vera patologia cronica autoimmune, spesso associata ad altri disturbi di tipo autoimmune, quali diabete e malattie tiroidee. La vitiligine comporta anche gravi ripercussioni psicologiche e sociali sul paziente, specialmente quando esordisce in età infantile o adolescenziale. Ansia e depressione risultano rispettivamente il 72 per cento e il 32 per cento più diffuse nelle persone affette da vitiligine rispetto al resto della popolazione, aspetto reso ancora più critico dall’assenza ad oggi di prospettive terapeutiche. La ricerca ha finalmente portato una risposta a questi pazienti e ai loro medici: la principale sfida è ora quella di garantire un accesso equo e tempestivo dei pazienti all’innovazione, creando percorsi di presa in carico strutturati e adeguati. È fondamentale inoltre promuovere una corretta informazione sulla patologia e supportare i pazienti che ne hanno bisogno in un percorso di riabilitazione sociale, gestendo la componente psicologia legata a questa condizione. Per questo, Incyte ha lanciato con il patrocinio si SIDeMaST e APIAFCO la campagna di awareness “La scelta è nelle tue mani” e a breve promuoveremo nuove iniziative in questa direzione. 



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