(Reuters Health) – I giovani sopravvissuti al cancro trattati con radioterapia addominale mostrano una prevalenza di polipi simile a quella riscontrabile nella popolazione generale, a partire dai 50 anni di età. È quanto emerge da uno studio canadese pubblicato da Gut. “Il tasso di poliposi che abbiamo individuato è comparabile a quello registrato in altri gruppi per cui lo screening è ampiamente accettato”, ha affermato David Hodgson, del Princess Margaret Cancer Center di Toronto, uno degli autori dello studio. Sulla versione online di Gut del 13 luglio, Hodgson e colleghi osservano che, sebbene sia ben noto che i giovani pazienti sopravvissuti a un cancro sottoposti a radioterapia addominale (ART) sono esposti a un maggior rischio di cancro colorettale, una direzione circa lo screening in questi individui risulta discordante. “Le linee guida che raccomandano lo screening non vengono pienamente attuate”, dicono i ricercatori. “Certo è che quando visitiamo soggetti di 30-40 anni sopravvissuti a un cancro durante l’infanzia e trattati con radioterapia addominale, la maggior parte di essi non viene sottoposto a un inizio precoce di screening per cancro colo-rettale”. Uno dei motivi, aggiungono, è il fatto che non esistono evidenze che mostrano come il cancro colo-rettale associato a radioterapia addominale passi attraverso una fase pre-clinica e rilevabile tramite controlli.
Lo studio
Per indagare la questione, Hodgson e colleghi hanno condotto uno screening colonscopico precoce in 54 sopravvissuti a un cancro tra i 35 e i 49 anni, che almeno 10 anni prima erano stati trattati con radioterapia addominale. L’età media era 54 anni e il tempo medio trascorso dalla radioterapia addominale era pari a 19 anni.
Lo studio è stato concepito per comparare il tasso di polipi potenzialmente precancerosi con quello riscontrato nella popolazione generale con un’età tra i 40 e i 50 anni, per cui lo screening non è raccomandato (10% o meno), e nei soggetti dai 50 anni in su che generalmente dovrebbero essere controllati (circa 20%). I ricercatori hanno trovato 49 polipi in 24 pazienti e 15 di essi (27,8%) presentavano polipi potenzialmente precancerosi. Poco più della metà di queste formazioni erano localizzati all’interno o al margine del campo trattato dalla radioterapia.
Hodgson e il suo team osservano che la prevalenza di polipi tra i sopravvissuti era simile non solo a quella in pazienti più adulti per cui si raccomanda lo screening, ma anche al 24% riscontrato nello studio di individui a rischio di cancro del colon ereditario non poliposico che si erano sottoposti alla prima colonscopia di controllo.
“Questo studio fornisce gli unici dati raccolti prospetticamente a sostegno indiretto dell’inizio precoce dello screening per il cancro colorettale tra i sopravvissuti trattati con radioterapia addominale come raccomandato dalle linee guida”, scrive il team. “Data l’improbabilità di un trial randomizzato per affrontare questo intervento specifico, studi longitudinali che mettono a confronto i rischi conseguenti di cancro colorettale tra sopravvissuti sottoposti a screening e non potrebbero chiarire se la rimozione precoce di polipi riduce il rischio conseguente di cancro colorettale, come succede in altre popolazioni con tassi di rilevamento simili”, concludono gli autori dello studio.
Fonte: Gut 2016
Anne Hardings
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)