(Reuters Health) – Il trattamento mirato in certi punti specifici con massaggio e digitopressione potrebbe aiutare le pazienti con cancro al seno a superare l’astenia e l’affaticamento. È quanto emerge da uno studio statunitense pubblicato da JAMA Oncology. La digitopressione è un tecnica simile all’agopuntura in quanto coinvolge punti specifici del corpo, ma senza utilizzare aghi. La pressione infatti viene applicata nei punti specifici con le dita o tramite dispositivi. Inoltre, come precisano gli autori dello studio, si tratta di un trattamento semplice, a basso costo e a basso rischio.
Lo studio
I ricercatori – guidati da Suzanna Zick, della University of Michigan – hanno assegnato in modo casuale 288 pazienti sopravvissute al cancro al seno a tre diversi gruppi di osservazione. Ad un primo gruppo è stato detto di continuare il trattamento. Un secondo gruppo ha ricevuto la digitopressione mirata in punti specifici, allo scopo di favorire il rilassamento. L’ultimo gruppo ha ricevuto una digitopressione stimolante, allo scopo di aumentare l’energia.
All’inizio dello studio le donne sono state istruite per autogestire la digitopressione con un movimento circolare per 3 minuti ogni giorno, per sei settimane. Le tecniche di digitopressione sono state valutate all’inizio dello studio, nelle tre settimane successive e alla fine. Le donne hanno iniziato lo studio mostrando un punteggio medio di circa 5, secondo una scala di valutazione dell’affaticamento crescente da 1 a 10.
I risultati
Alla fine delle sei settimane, circa il 66% delle donne nel gruppo della digitopressione rilassante e circa il 61% nel gruppo di quella stimolante mostravano una riduzione del punteggio della scala di valutazione dell’affaticamento pari a 4, cioè nel range considerato normale, mentre questo avveniva solo per circa il 31% delle donne nel gruppo che continuava il trattamento abituale.
Dopo altre quattro settimane, il 56% del gruppo della digitopressione rilassante e il 61% del gruppo della digitopressione stimolante mostravano ancora segni di affaticamento nel range di normalità, rispetto a circa il 30% nel gruppo di confronto. Va precisato che nessuna delle due tecniche di digitopressione ha superato l’altra in termini di riduzione della fatica; tuttavia il metodo rilassante ha ulteriormente migliorato la qualità del sonno e la qualità della vita rispetto al metodo stimolante.
I ricercatori stessi osservano che i loro risultati sono coerenti con quelli degli studi precedenti, che avevano valutato la digitopressione come metodo utile per il trattamento dell’astenia. E precisano che circa il 90% delle partecipanti erano di razza bianca. Inoltre, circa il 12% delle donne ha sospeso la digitopressione perché la riteneva troppo lunga da praticare. In ogni caso i ricercatori sperano di poter approfondire il loro studio osservando le risposte del cervello alla digitopressione e sperimentandola in tempi ridotti ad un solo minuto per trattamento.
Fonte: JAMA Oncology 2016
Andrew M. Seaman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)