Il primo Paese al mondo a sperimentare sull’uomo la tecnica del taglia-incolla del Dna, la Crispr-Cas9, sarà la Cina. L’obiettivo è sconfiggere il tumore dei polmoni riprogrammando geneticamente i linfociti T dei malati in modo da eliminare un gene difettoso. Ottenuto il via libera del comitato etico, rende noto la rivista Nature sul suo sito, l’inizio dei test è previsto per agosto, coordinati da Lu You, dell’Università di Sichuan.
Le prime sperimentazioni cliniche di questa innovativa tecnica di editing genetico, capace di manipolare in modo semplice e preciso anche le singole ‘lettere’ del Dna, sono previste su pazienti con il tumore del polmone non a piccole cellule e che hanno metastasi contro le quali terapie ‘tradizionali’ sono state inefficaci. I test prevedono di prelevare dai pazienti campioni di cellule immunitarie chiamate linfociti T e renderle più aggressive verso il tumore. Usando la tecnica Crispr i ricercatori puntano a disattivare uno dei geni ritenuti responsabili del fatto che i linfociti T non uccidono le cellule malate, ma si limitano ad accerchiarle. Una volta rese più aggressive, le cellule immunitarie verranno nuovamente iniettate nell’organismo.
Sarà la prima sperimentazione sull’uomo fatta sfruttando la tecnica Crispr Cas9, anche se terapie analoghe sono state approvate negli Stati Uniti dai National Institutes of Health (Nih). L’inizio dei test americani dovrà però aspettare anche l’approvazione della Food and Drug Administration (Fda) e poi dei comitati etici: passaggi, questi, che non permetteranno di iniziare prima della fine dell’anno.
“Anche in Italia siamo all’avanguardia a livello mondiale e presto inizieranno anche qui test clinici”, ha commentato Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata. Le tecniche di editing genetico, delle quali la Crispr-Cas9 viene considerata la più promettente, stanno trovando sempre più diffusione e nel novembre del 2015 una sperimentazione fatta in un ospedale di Londra aveva permesso, usando la tecnica detta Talen, di combattere in una giovane paziente una forma molto grave di leucemia. Ma parallelamente alle grandi aspettative scientifiche la facilità di uso e diffusione di queste tecniche ha alimentato anche un acceso dibattito etico. A creare scalpore fu, sempre nel 2015, la notizia in arrivo dalla Cina della manipolazione genetica di embrioni umani. Alcuni ricercatori proposero allora una moratoria per mettere al bando queste tecniche.