Polipillola e terapia di associazione nella prevenzione cardiovascolare

L’uso della polipillola e la semplificazione terapeutica nei pazienti con dislipidemia ad alto rischio cardiovascolare consentono una migliore aderenza alla terapia, il raggiungimento dei target di colesterolo LDL e un risparmio economico sia per il Ssn che per il paziente. Questi sono i principali vantaggi della terapia di associazione, secondo i giovani cardiologi intervistati durante il 58º Convegno di Cardiologia del Dipartimento De Gasperis, tenutosi a Milano dal 23 al 26 settembre. Gli specializzandi e i cardiologi hanno sottolineato come la semplificazione terapeutica rappresenti uno strumento prezioso sia per i pazienti anziani (che assumono già diversi farmaci) sia per i più giovani, per i quali la prevenzione è fondamentale.

Raggiungimento del Target LDL

La polipillola si dimostra particolarmente utile nella prevenzione secondaria. Le nuove linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) estendono tale prevenzione non solo ai pazienti che hanno già affrontato un evento cardiovascolare acuto (ictus, infarto), ma anche a coloro con sindrome coronarica cronica, arteriopatia periferica, aterosclerosi subclinica, ipercolesterolemia familiare, diabete mellito con danno d’organo, o molteplici fattori di rischio associati, oltre ai soggetti con elevato punteggio di rischio cardiovascolare.

Per tutti questi pazienti, i medici devono mirare a raggiungere un target LDL preciso, in base al rischio. “In caso di rischio cardiovascolare alto, l’LDL deve essere inferiore a 70; in caso di rischio molto alto, deve essere inferiore a 55”, spiega Andrea Pappalardo, cardiologo ambulatoriale a Cefalù. Secondo Pappalardo, uno dei vantaggi della polipillola è che consente ai pazienti di raggiungere più rapidamente e con maggiore efficacia il target LDL.

Angela Susana, cardiologa a Padova, è d’accordo: “Nel trattamento delle dislipidemie nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, che già assumono diverse pillole al giorno e per i quali il target LDL deve essere raggiunto il prima possibile, iniziamo spesso con una terapia ipolipemizzante di associazione per migliorare la compliance del paziente e ottenere risultati in tempi più rapidi.”
Giulia Greco, specializzanda in cardiologia a Bari, aggiunge: “L’obiettivo dei cardiologi deve essere mantenere il colesterolo LDL ai livelli più bassi possibili. Grazie alle polipillole, riusciamo a migliorare la compliance dei pazienti, in particolare di quelli ipertesi che assumono più farmaci. Inoltre, la terapia permette di raggiungere il target in tempi più brevi.”

Aderenza Terapeutica in Giovani e Anziani

Il tema della compliance terapeutica è particolarmente rilevante nel trattamento dei pazienti anziani, come sottolinea Annita Bava, cardiologa a Reggio Calabria. “L’aumento dell’età media della popolazione è associato a una riduzione della compliance terapeutica. I cardiologi si trovano spesso a trattare pazienti anziani poco aderenti alla terapia, soprattutto quando questa è complessa. È fondamentale quindi semplificare la terapia, ricorrendo all’associazione di farmaci che riducano il rischio cardiovascolare e siano rilevanti nella prevenzione secondaria. Le associazioni di farmaci sono il miglior strumento per migliorare la compliance, riducendo il numero di pillole da assumere giornalmente.”

Il problema della scarsa aderenza alla terapia riguarda anche i pazienti più giovani, nei quali la prevenzione secondaria può migliorare significativamente la prognosi. “Semplificare la terapia nei pazienti con dislipidemie ad alto rischio cardiovascolare è cruciale per i più giovani”, osserva Matteo Crippa, cardiologo a Sesto San Giovanni. “È stato dimostrato che l’uso della polipillola migliora l’aderenza e, di conseguenza, il successo della terapia. Nei pazienti giovani, i benefici della prevenzione possono manifestarsi dopo 5, 10 e persino 20 anni.”

Meno Effetti Collaterali

Nella terapia di associazione, farmaci diversi vengono combinati a dosaggi inferiori rispetto a quelli necessari se somministrati singolarmente. Questo approccio riduce la probabilità di effetti collaterali specifici di ogni molecola, mantenendo al contempo l’efficacia terapeutica complessiva, come osserva Fortunata Gibiino, cardiologa a Catania. “Con la polipillola, riusciamo a raggiungere il target LDL con dosaggi inferiori. Spesso, questi farmaci possono causare effetti collaterali, come i dolori muscolari delle statine. Riducendo il dosaggio, riduciamo anche questi effetti.”

Molti giovani cardiologi hanno inoltre sottolineato come l’uso delle polipillole comporti un risparmio economico, sia per il paziente che per il SSN, poiché una singola pillola contenente più principi attivi costa spesso meno della somma dei singoli principi attivi presi separatamente.

Un Impatto Psicologico Positivo

“La politerapia, che riduce il numero di pillole che il paziente deve assumere, ha anche un impatto psicologico positivo: il paziente percepisce meno la gravità della malattia e si preoccupa di meno”, osserva Vincenzo Evola, cardiologo a Palermo. “Inoltre, garantisce spesso l’assunzione di quei farmaci che il paziente tende a sospendere, non percependone l’importanza,” aggiunge. Evola porta l’esempio delle statine: “È raro che un paziente sospenda un farmaco antiipertensivo, ma potrebbe interrompere la statina. Se questa è inclusa nella polipillola, abbiamo una maggiore aderenza.”

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