Covid-19: uso più ampio del plasma convalescente avrebbe potuto salvare migliaia di vite in più

Secondo uno studio condotto da ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health (USA), guidati da Arturo Casadevall, un utilizzo più ampio di plasma convalescente durante il primo anno della pandemia di Covid-19 avrebbe potuto salvare migliaia di vite in più, in particolare se somministrato ai pazienti ad alto rischio di malattia grave nei primi giorni di ricovero. I risultati dello studio sono stati pubblicati da Proceedings of the National Academy of Science (PNAS).

Il plasma convalescente iperimmune ottenuto dai pazienti guariti dal Covid è stato utilizzato dai primi mesi della pandemia. Negli USA oltre 500mila pazienti sono stati trattati con questo derivato. Secondo gli autori dello studio, il trattamento con plasma convalescente dei pazienti con Covid ricoverati ha salvato tra le 16.476 e le 66.296 vite negli Stati Uniti, tra luglio 2020 e marzo 2021. Partendo da queste stime i ricercatori hanno effettuato una proiezione dei dati basata su un eventuale uso a regime di plasma convalescente in relazione alla riduzione della mortalità.

Nell’ipotesi più ottimistica, ovvero se al 100% dei pazienti con Covid fosse stato somministrato plasma convalescente entro tre giorni dal ricovero, tra luglio 2020 e marzo 2021- a seconda delle stime di mortalità utilizzate dagli autori per la loro analisi – si sarebbero potute salvare tra le 37.467 e le 149.318 vite, pari a un aumento di circa il 125% rispetto alle effettive guarigioni registrate in USA, o tra le 53.943 e le 215.614 vite, pari a un aumento di circa il 225%.

Inoltre, se il 15% dei pazienti ambulatoriali avesse ricevuto plasma convalescente, si sarebbero potuti evitare tra gli 85.268 e i 227.377 ricoveri: inoltre, se la percentuale dei pazienti ambulatoriali curata con plasma convalescente fosse stata del 75%, si sarebbero evitati tra i 426.331 e 1.136.880 ricoveri.

Il plasma convalescente “è una terapia che può ridurre la mortalità, è immediatamente disponibile ed è relativamente poco costosa: dovremmo essere preparati a usarla molto di più in caso di una futura emergenza”, conclude Casadevall, secondo il quale, questa evenienza “richiederebbe di designare spazi negli ospedali a tale scopo, ma senza la necessità di implementare alcuna nuova tecnologia”.

Fonte: PNAS 2024

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