Come possiamo preservare le nostre conoscenze di oggi per il prossimo millennio? È stato scoperto un modo per immagazzinare le informazioni sotto forma di DNA, preservandole probabilmente quasi per l’eternità. Alcune pergamene vecchie di migliaia di anni ci forniscono sprazzi di culture dimenticate da tempo e delle conoscenze dei nostri antenati. Nell’era digitale, la gran parte delle nostre conoscenze viene conservata su server e dischi rigidi: per questi dati sarebbe una sfida sopravvivere per 50 anni, figuriamoci per millenni.
Gli scienziati stanno, pertanto, ricercando nuovi modi per immagazzinare grandi quantità di dati a lungo termine ed il DNA sta ricevendo in questo senso un’attenzione particolare in quanto può portare in sé una grande quantità di informazioni in modo compatto. Sfortunatamente, non sempre è possibile prelevare i dati senza errori: la degradazione chimica e gli errori nel sequenziamento del DNA determinano vuoti ed informazioni falsate, ma un nuovo metodo promette di poter conservare informazioni a lungo termine e senza errori quasi per un milione di anni.
Esso prevede di incapsulare i segmenti codificanti di DNA contenenti le informazioni nel vetro e, successivamente, di impiegare un algoritmo per la correzione degli errori nei dati. Ma che genere di informazioni conserverebbero i progettisti per milioni di anni? I documenti del Memory of the World Programme dell’UNESCO. Ed anche Wikipedia: molte delle sue voci sono descritte nel dettaglio, mentre altre lo sono di meno. Ciò probabilmente fornirebbe una buona panoramica su ciò che la nostra società conosce, su ciò di cui si occupa ed in quale misura. (Angewandte Chemie International Edition online 2015, pubblicato il 12/2)