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Aderire per Vincere

Eleonora Grippa

“Aderire per vincere” è un concorso rivolto alle Associazioni Pazienti che si occupano di prevenzione cardiovascolare. A realizzarlo è il Gruppo Servier in Italia e noi ne abbiamo parlato con Eleonora Grippa, Medical Lead dell’area Cardiometabolic & Venous Disease e Patient IN referent di Servier Italia. Parte del team anche Marco Tilotta, Medical Advisor dell’area Cardiometabolic & Venous Disease di Servier Italia.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge? 
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in Italia, ma solo 1 italiano su 2 segue correttamente le indicazioni del medico, compromettendo l’efficacia della terapia. Per aderire alla terapia è fondamentale che il paziente sia informato sulle proprie condizioni di salute e sia motivato a seguire la cura. Servier da anni è impegnata ad aumentare la consapevolezza sulla necessità di aderire alle terapie per prevenire le malattie e per contribuire alla sostenibilità del Servizio Sanitario. Anche se questo tema è diventato di grande attualità in ambito sanitario, siamo ancora lontani dalla risoluzione del problema. Partendo da questo presupposto, ci siamo domandati quale potesse essere il punto di vista del paziente sull’argomento. Considerato il fondamentale contributo delle Associazioni Pazienti nell’amplificare messaggi anche complessi, mediante l’uso di parole semplici e facilmente comprensibili, la scelta è stata quella di dedicare a loro un’iniziativa, con l’idea di coinvolgere i pazienti stessi in modo creativo nella diffusione del valore dell’aderenza terapeutica. 

Potrebbe descriverlo brevemente? 
“Aderire per vincere” è un concorso rivolto alle Associazioni Pazienti che si occupano di prevenzione cardiovascolare. In particolare, abbiamo chiesto loro di immaginare una campagna di comunicazione sull’importanza di aderire alle terapie. Questo le ha spinte a dedicare momenti collettivi di riflessione sull’argomento, generando proposte che sono state caricate su una piattaforma web dedicata. Nove sono stati i progetti presentati, valutati prima attraverso un voto popolare aperto a tutti e, successivamente, da una giuria tecnica di esperti in comunicazione scientifica. Due i premi: il primo, ottenuto dalla sommatoria dei voti delle due giurie, l’altro, il premio “12 aprile” (che richiama la Giornata Nazionale per l’aderenza alle terapie), assegnato esclusivamente dalla giuria tecnica sulla base dell’efficacia del messaggio. 

Che risultati avete o volete raggiungere? 
Il progetto ha diversi obiettivi. In primis quello di poter ascoltare direttamente la voce dei pazienti su un tema complesso quale quello dell’aderenza terapeutica, in modo da poter comunicare poi con più efficacia sull’argomento, aumentando l’empowerment dei pazienti nel loro percorso di cura. Inoltre, ci ha permesso di informare e tenere accesi i riflettori sul tema, come testimoniano le migliaia di interazioni sulla piattaforma dedicata al contest, registrate durante il periodo di votazione. Infine, ci ha dato l’opportunità di rafforzare la collaborazione con due importanti partners in questo percorso di valore, la Fondazione Italiana per il Cuore e il Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore, CONACUORE, entrambi membri dell’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari. 

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito? 
C’è ancora tanto da fare, visti i numerosi pazienti non aderenti alle terapie. Questo deve farci riflettere, considerato che l’invecchiamento costante della popolazione aumenterà le malattie croniche, con impatto crescente sulla salute pubblica e sulla sostenibilità del sistema sanitario. È quindi necessario collaborare con tutti gli attori del sistema salute per affrontare efficacemente il problema e le Associazioni pazienti possono svolgere un ruolo chiave in tal senso. 

Qual è l’aspetto principale del Patient Advocacy Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni? 
Si parla spesso di un modello di assistenza che prenda in considerazione il coinvolgimento attivo dei pazienti, per renderli protagonisti del loro percorso di cura. In questo contesto, due gli aspetti su cui proseguire l’impegno: l’empowerment del paziente, il quale passa per la sua alfabetizzazione ovvero, la capacità di trovare, comprendere e utilizzare informazioni messe a loro disposizione ed il miglioramento della comunicazione con gli operatori sanitari che li hanno in cura, in modo da rendere l’interazione efficace per il raggiungimento dell’obiettivo di cura. 



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