#lsea2024

Pioneering Experience

Marcello Longhi

Aiutare i medici diabetologi a identificare, attraverso il supporto di un software digitale, i pazienti affetti da diabete di tipo 2 in fase precoce. Questo l’obiettivo del progetto ECM “Pioneering Experience”, realizzato con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, di cui abbiamo parlato con Marcello Longhi, Sr Director GLP1 Business Unit. Parte del team anche Salvatore Pallotta, Marketing Head GLP1 ed Emilio Troianiello, Brand Manager, Diabetes

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
In Italia, la maggior parte dei pazienti affetti da diabete di tipo viene trattata con un ritardo di tre o più anni e spesso con farmaci inappropriati. La riduzione dell’HbA1c dopo l’intensificazione non è adeguata e la maggior parte dei fattori di rischio cardiovascolare non vengono gestiti efficacemente. Il progetto è nato da tale consapevolezza e dalla volontà di supportare i medici diabetologi nell’ identificare facilmente, attraverso il supporto di un innovativo software digitale, i pazienti affetti da diabete di tipo 2 in fase precoce, non adeguatamente controllati. I partecipanti al progetto, attraverso uno specifico software, hanno avuto la possibilità di analizzare le variabili presenti all’interno del proprio database SMART DIGITAL CLINIC. Questo ha consentito loro di conoscere, mediante dati aggregati estrapolati, la propria realtà clinica, stratificandola sulla base del rischio cardiovascolare.

Potrebbe descriverlo brevemente?
“Pioneering Experience” è un progetto ibrido ECM, realizzato con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, che ha formato ~350 medici sulle caratteristiche dei pazienti con Diabete tipo 2 in fase precoce, sulla necessità di una maggiore e tempestiva riduzione dell’HbA1c e su nuove soluzioni terapeutiche innovative nella fase precoce della malattia diabetica. Il progetto educazionale ha previsto la successione di più momenti: dall’erogazione di un programma di formazione scientifica, ad una fase di formazione sul campo, attraverso l’adozione del software nel proprio setting di real life, fino ad una fase conclusiva, in cui i partecipanti hanno potuto avere un confronto sui dati analizzati durante la fase di formazione sul campo.

Che risultati avete o volete raggiungere?
Gli ambiziosi obiettivi del progetto erano i seguenti:

  • Colmare il divario tra le evidenze scientifiche disponibili e la loro applicazione nella pratica clinica al fine di garantire ai pazienti cure adeguate superando l’inerzia terapeutica.
  • Definire in maniera chiara i criteri per adottare un EARLY TREATMENT in grado di anticipare la prevenzione delle complicanze cardiovascolari (CV)
  • Facilitare l’identificazione dei pazienti con diabete tipo 2 di nuova diagnosi, relativamente al rischio CV correlato alla malattia diabetica e al mancato compenso metabolico.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Uno dei fattori che influisce maggiormente sul non raggiungimento di un buon compenso glicemico nelle persone con diabete di tipo 2 è la cosiddetta “inerzia terapeutica”. Questo fenomeno complesso, legato a diversi fattori, ha un impatto grave sul paziente esponendolo a diverse complicanze CV legate al diabete. Resta fondamentale, pertanto, sensibilizzare le parti implicate nell’assistenza del paziente con diabete tipo 2, cercando di invertire e minimizzare l’impatto di questo fenomeno.

Qual è l’aspetto principale dell’ECM Education Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
L’aspetto centrale dell’ECM Education Program nei prossimi anni, in ambito malattie croniche, riguarderà il tema della gestione integrata e personalizzata del paziente, supportata dall’adozione di tecnologie digitali integrate nella pratica clinica e approcci terapeutici avanzati.

Questi aspetti, in particolare quello nelle innovazioni tecnologiche, potrebbero rappresentare una vera e propria evoluzione nel modo in cui i professionisti sanitari verranno formati ed educati.

 



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