Le persone che convivono con un aneurisma intracranico non rotto presentano un rischio più elevato di sviluppare problemi di salute mentale rispetto a chi non ha questa condizione clinica. E il rischio è particolarmente elevato negli under 40. A questa conclusione è giunto il lavoro di un team guidato da Na-Rae Yang, della Ewha Womans University di Seoul. Lo studio è stato pubblicato da Stroke.
Un aneurisma intracranico non rotto espone a un rischio – potenzialmente letale – di rottura e conseguente emorragia cerebrale. I ricercatori della Ewha Womans University hanno esaminato i dati del National Health Information Database coreano che raccoglie oltre 20 anni di informazioni sanitarie relative a 85.438 adulti, di cui il 51% uomini, che hanno ricevuto assistenza a vari livelli nel paese asiatico.
A oltre sei mesi dalla diagnosi di aneurisma intracranico non rotto, i ricercatori hanno individuato quanti pazienti del database avessero sviluppato condizioni come ansia, stress, depressione, disturbi bipolare e alimentari, insonnia e abuso di alcol o droghe. Confrontando questi dati con il tasso di diagnosi di problemi di salute mentale nel resto della popolazione adulta, i ricercatori hanno stimato che le persone con aneurisma intracranico non rotto avevano il 10% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di problemi di salute mentale. Il rischio, poi, risultava particolarmente pronunciato negli individui di età inferiore ai 40 anni.
Fonte: Stroke, 2024