Campus Biomedico: entro il 2020 mano bionica di ultima generazione

protesi mano bionicaUna protesi come se fosse una mano vera, in grado di scrivere su uno smartphone o un tablet, e con tanto di recupero della sensazione tattile. Il tutto grazie ad elettrodi impiantati nel braccio e collegati senza fili con una protesi avanzata. Questo l’obiettivo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma che si prefigge di portare a termine entro il 2020 una mano bionica di ultima generazione.

Il progetto
Realizzato in collaborazione con l’Inail, il progetto è stato presentato a Roma, nell’ambito della Giornata della Ricerca dell’ateneo, alla presenza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Solo in Italia, ogni anno 3.600 persone vengono amputate all’arto superiore. Le attuali protesi commerciali non consentono loro di manipolare oggetti in modo fine, ma solo di afferrarli e rilasciarli.

La sfida
A cavallo tra chirurgia e bioingegneria, la più importante novità del nuovo progetto è rappresentata dalla sfida di riuscire a realizzare, per la prima volta al mondo, un sistema di mano bionica, con elettrodi impiantati nei nervi periferici di un paziente amputato e connessi wifi ad una protesi di ultima generazione, consentendo così movimenti di manipolazione fine.

La tecnica per la reinnervazione muscolare mirata
Il Campus Biomedico si candida, inoltre, a diventare il primo centro italiano ad utilizzare una tecnica per la reinnervazione muscolare mirata, rivolta a pazienti che hanno subito amputazioni a livello della spalla. Per consentire maggiore capacità di movimenti, prevede l’asportazione dei nervi del muscolo pettorale per impiantarvi le terminazioni dei principali nervi periferici della mano.

In questo modo il paziente, muovendo il grande pettorale, riesce a comandare una mano meccanica nel modo più naturale possibile. “La partnership con Inail – sottolinea il Rettore del Campus, Andrea Onetti Muda – va nella logica dell’interdisciplinarità”.

“In linea con il nostro mandato – ha sottolineato il direttore generale Inail, Giuseppe Lucibello – i risultati che ci proponiamo di ottenere sono maggiore autonomia, migliore qualità della vita e possibilità di reinserimento sociale per il lavoratore infortunato e le persone con disabilità”.

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