I ricercatori della Città della Salute di Torino hanno messo a punto un modello matematico per indagare sulle aritmie cardiache ed in particolare sull’aritmia più diffusa, la fibrillazione atriale, e il suo potenziale legame con lo sviluppo della demenza e del declino cognitivo. Elaborato con le competenze integrate di fluidodinamica e cardiologia del Politecnico e dei medici del Dipartimento universitario di Cardiologia della Città della Salute di Torino, è stato pubblicato in questi giorni su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.
Il modello matematico proposto permette di riprodurre, da un punto di vista computazionale, i principali parametri emodinamici cerebrali in condizioni di ritmo cardiaco normale e fibrillato. Il battito fortemente variabile e irregolare, caratteristico della fibrillazione atriale, favorisce l’insorgere di eventi critici a livello arteriolare-capillare. In particolare, su un record di 5.000 battiti, si registrano più
di 300 eventi di ipoperfusione arteriolare, vale a dire un campanello di allarme per una insufficiente irrorazione cerebrale e quasi 400 eventi ipertensivi capillari, sintomatici
di possibili fenomeni micro-emorragici.
La fibrillazione colpisce attualmente più di 30 milioni di persone nel mondo e questi numeri sono destinati a raddoppiare nei prossimi anni per via della crescente aspettativa di vita. Capire i meccanismi che legano i due eventi e la possibilità di intervenire con strategie di controllo cardiaco per minimizzare i cambiamenti neurodegenerativi, può avere una grande ricaduta dal punto di vista di qualità della vita e di gestione dell’assistenza sanitaria.