Ereditare il rischio di malattia di Alzheimer dalla madre può incidere sulla possibilità di andare incontro a cambiamenti biologici nel cervello che portano alla malattia neurodegenerativa. È quanto ha osservato, su JAMA Neurology, un team del Mass General Brigham (USA), guidato da Hyun-Sik Yang.
Il gruppo ha esaminato la storia familiare di 4.400 adulti cognitivamente sani, di età compresa tra i 65 e gli 85 anni, che hanno preso parte allo studio Anti-Amyloid Treatment in Asymptomatic Alzheimer’s (A4), volto a valutare la possibilità di prevenzione della malattia di Alzheimer. Ai partecipanti è stato chiesto di riferire dell’insorgenza dei sintomi di perdita di memoria nei loro genitori, se fosse stata loro mai stata diagnosticata la malattia di Alzheimer o se la conferma della patologia neurodegenerativa fosse arrivata dall’esame autoptico.
Il team ha scoperto, così – attraverso esami di imaging – che i partecipanti con una storia di malattia di Alzheimer da parte di madre o di entrambi i genitori avevano un aumento dei livelli di amiloide nel cervello. Di contro, avere solo una storia paterna di disturbi della memoria a esordio tardivo non si associava a livelli di amiloide più elevati. “Questo lavoro indica che l’eredità materna della malattia di Alzheimer può essere un fattore importante per identificare le persone asintomatiche da includere in studi di prevenzione in corso e futuri”, sottolinea Reisa Sperling, co-autrice della ricerca.
Fonte: JAMA Neurology 2024