(Reuters Health) – L’anticorpo monoclonale antagonista del fattore di necrosi tumorale (Tumor Necrosis Factor – TNF) adalimumab esplia la sua azione antiinfiammatoria contro l’artrite reumatoide regolando l’aumento delle cellule Treg, caratteristico di questa malattia.E il meccanismo con cui induce questa modulazione sarebbe dovuto al legame con la membrana del TNF, una classe di citochine coinvolta nell’infiammazione.
A dimostrarlo sono stati Michael Ehrenstein e Dao Xuan Nguyen dell’University College di Londra. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Experimental Medicine.
Lo studio
I due ricercatori inglesi avevano già precedentemente dimostrato che adalimumab aumenta il numero di cellule Treg nei pazienti affetti da artrite reumatoide, un meccanismo che porta così alla soppressione del rilascio della citochina infiammatoria interleuchina-17 (IL-17). Lo stesso meccanismo, però, non era evidenziabile dopo la somministrazione di etanercept, un altro antagonista del TNF che funziona come recettore solubile di questa citochina. Per questo i due ricercatori hanno voluto approfondire il meccanismo d’azione dell’anticorpo monoclonale.
Ehrenstein e Nguyen hanno così dimostrato che adalimumab si lega alla membrana del TNF e promuove il legame tra i monociti e il recettore II del TNF. Proprio quest’ultima interazione sarebbe responsabile dell’aumento delle cellule Treg. Questo effetto, però, non è stato osservato con etanercept. Insomma, “adalimumab blocca l’azione infiammatoria del TNF solubile e contemporaneamente aumenta l’effetto antiinfiammatorio della membrana del TNF, almeno rispetto all’interazione di quest’ultima con il recettore II del TNF”, ha dichiarato Ehrenstein.
“Adalimumab sembra raggiungere questo effetto a una concentrazione molto ristretta, che è proprio quella che si raggiunge nel sangue dei pazienti che rispondono a questa terapia”, ha spiegato il ricercatore inglese, secondo il quale “gli anticorpi anti-TNF sembrano essere il primo esempio di inibitori delle citochine che contemporaneamente agiscono per la risoluzione dell’infiammazione, pur bloccando i pericolosi effetti del TNF”.
I commenti
“Quello che a me sembra interessante – ha dichiarato Benoit Salomon dell’Università Sorbona di Parigi – è che questo studio fornisce degli aspetti sul meccanismo d’azione di terapie, quelle anti-TNF, che vengono somministrate a molti pazienti. Dovremmo riconsiderare il meccanismo d’azione degli anticorpi monoclonali, visto che questo è il primo caso che dimostra come questo anticorpo abbia sia attività antagonista, su TNF e il recettore RI, che agonista, su TNF e recettore R2”.
Fonte: J Exp Med 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular science)