Ancora buone notizie dal mondo delle staminali. Un gruppo di 18 pazienti che avevano riportato disabilità motorie permanenti a seguito di un ictus avvenuto almeno un anno prima sono stati “guariti” con una terapia a base di cellule staminali iniettate direttamente nel loro cervello attraverso un forellino praticato sulla testa. I risultati della sperimentazione che ha avuto luogo presso la Stanford University in California ed è stata coordinata da Gary Steinberg che ha anche condotto personalmente 12 dei 18 interventi, sono stati pubblicati sulla rivista Stroke.
Le cellule utilizzate sono staminali prelevate dal midollo osseo di donatori e modificate in provetta per acquisire funzioni neurali. L’ictus, che nella stragrande maggioranza dei casi è di tipo ischemico (ovvero è causato dall’occlusione di un vaso sanguigno del cranio), consiste in un danno in una parte del cervello con morte dei neuroni interessati e conseguente perdita di alcune funzioni; se il danno interessa la corteccia motoria come spesso avviene, il paziente riporta disabilità di tipo motorio. Per molti pazienti vi è una parziale possibilità di recupero attraverso la riabilitazione, ma in genere il recupero delle funzioni motorie si ha entro i primi sei mesi dall’ictus, dopodiché il danno viene considerato permanente. Ad oggi non esistono terapie efficaci per evitare questo, e i danni di un ictus possono essere prevenuti o arginati solamente se si agisce nelle ore immediatamente successive all’evento con terapie ad hoc.
La terapia cellulare sperimentata in questo lavoro si rivolge quindi a quei pazienti che hanno ormai una disabilità permanente post ictus. Gli esperti Usa hanno praticato un forellino sulla testa dei pazienti e attraverso esso hanno iniettato le staminali nei punti interessati dal danno dell’ictus. Entro un mese dall’intervento i pazienti hanno mostrato miglioramenti sensibili nelle proprie capacità di movimento. “Pazienti che non potevano muovere le dita hanno ricominciato a farlo – sostiene Steinberg – pazienti che erano sulla sedia a rotelle ora possono camminare”. La terapia cellulare non ha causato effetti avversi se non mal di testa transitorio dopo l’intervento e dovuto unicamente al fatto che i pazienti dovevano restare con la testa ferma in corso di operazione. Le staminali utilizzate, peraltro, non danno problemi di rigetto quindi sono sicure.
Resta ora da capire quale sia il meccanismo d’azione di questa terapia. Poiché le staminali iniettate non rimangono a lungo nelle aree neurali trattate, l’ipotesi ventilata dai ricercatori è che le staminali agiscano rilasciando dei fattori ‘trofici’ (protettivi e nutritivi) che favoriscono la riparazione spontanea del danno cerebrale. Nuovi studi sono necessari per rispondere a questi quesiti e per riprodurre risultati ottenuti su un numero maggiore di pazienti.