A scatenare l’Alzheimer potrebbe essere la risposta immunitaria a un’infezione nel cervello. L’ipotesi, che negli ultimi anni sta prendendo piede, è stata confermata da uno studio della Harvard Medical School pubblicato su Science Translational Medicine.
Secondo i ricercatori virus, funghi e batteri possono oltrepassare la membrana che separa la circolazione sanguigna dal cervello, che diventa più permeabile con l’età. Il sistema immunitario ferma gli invasori con una vera e propria ragnatela di proteine, chiamate beta amiloidi. Una volta ucciso il microrganismo rimane però la ragnatela, che è effettivamente il segno distintivo nel cervello della malattia.
Questa ipotesi, riporta lo studio, è stata confermata sia in vitro che in una serie di animali, dal moscerino della frutta al topo, ed è già pronto un progetto per la verifica nell’uomo. “In una parte dello studio – racconta Rudolph Tanzi, uno degli autori, al New York Times – abbiamo iniettato il batterio Salmonella nel cervello di giovani topi che non avevano placche amiloidi. In una notte si sono formate, e ognuna aveva un singolo batterio al centro. Topi che non producevano placche invece sono morti per l’infezione”.