Le persone con obesità hanno una maggiore probabilità di sviluppare gammopatia monoclonale di significato indeterminato (MGUS), una patologia del sangue generalmente benigna – caratterizzata da una proteina anomala prodotta dalle plasmacellule – che può però evolvere in mieloma multiplo. A questa conclusione è giunto uno studio condotto da un team guidato da David Lee, del Massachusetts General Hospital.
Lo studio
I ricercatori hanno arruolato 2.628 cittadini americani ad elevato rischio di sviluppare mieloma multiplo, sulla base dell’etnia di provenienza e della storia familiare di neoplasie ematologiche. I partecipanti sono stati sottoposti a spettrometria di massa per la diagnosi MGUS, che era stilata se le concentrazioni sieriche di proteine monoclonali erano pari a 0,2 g/L o superiori. Dopo aver preso in considerazione fattori come età, sesso, etnia, livello di istruzione e reddito, i ricercatori hanno osservato che l’obesità era associata a una probabilità maggiore del 73% di manifestare MGUS rispetto agli individui normopeso.
L’associazione si è confermata anche tenendo conto dell’attività fisica svolta dalle persone. Quelle particolarmente attive – almeno 45-60 minuti di esercizi al giorno – avevano tuttavia una probabilità inferiore di manifestare MGUS, indipendentemente dal BMI, mentre coloro che riferivano di fumare molto e di dormire poco avevano una probabilità più alta di sviluppare la patologia ematologica.
“Questi risultati guideranno la nostra ricerca futura nella comprensione dell’influenza dei fattori di rischio modificabili, come peso, esercizio fisico e fumo, sul rischio di tumore”, spiega David Lee, “Prima di poter sviluppare strategie sanitarie preventive efficaci per ridurre il rischio di malattie gravi come il mieloma multiplo, dobbiamo comprendere meglio la relazione tra MGUS e fattori di rischio potenzialmente modificabili, come appunto l’obesità”.
Fonte: Blood Advances 2024