(Reuters Health) – Gli integratori di melatonina sembrano ridurre i marcatori dell’infiammazione e potrebbero trattare e persino aiutare a prevenire malattie infiammatorie negli anziani. È quanto emerge da una metanalisi condotta dalla Stony Brook University School of Medicine di New York.
“La melatonina ha il potenziale per ridurre l’infiammazione, e poiché viene comunemente impiegata per facilitare il sonno, potrebbe anche avere questi ulteriori effetti benefici, senza alcuna controindicazione”, ha spiegato la leader della ricerca, Saumya Bhutani.
“Il più importante passo da fare è continuare ad indagare il potenziale della melatonina come farmaco antinfiammatorio”, ha continuato Buthani, che ha presentato i risultati il 20 maggio al meeting annuale dell’American Geriatrics Society, tenutosi a Long Beach, in California.
La metanalisi
I ricercatori hanno individuato 16 trial controllati randomizzati con la melatonina e hanno riscontrato che l’integratore era legato a una riduzione dei marcatori dell’infiammazione, con una differenza media standardizzata di -5.97 per l’interleuchina 6, di -2.30 per il fattore di necrosi tumorale alfa, di -3.05 per la proteina C reattiva e di -21.06 per l’interleuchina 8.
Nel tentativo di evitare bias di pubblicazione, il team ha eliminato gli studi con ampi effetti e ha osservato che rimanevano importanti riduzioni per l’interleuchina 6, a una deviazione standard media di -1.33, e per l’interleuchina 8, a una deviazione standard media di -13.46, ma non per il fattore di necrosi tumorale alfa e nemmeno per la proteina C reattiva.
Tra l’altro, osservano gli autori, i trial umani sulla melatonina non sono comuni e i dosaggi in quelli trovati per questa analisi variavano dai 3 mg ai 10 mg da assumere per via orale e dagli 11 mg ai 200 mg per via intravenosa.
“La melatonina appare efficace e sicura, quindi vale la pena provare se i pazienti sono interessati e possono farlo. Non sono sicuro che prevenga l’infiammazione associata all’avanzare dell’età ma potrebbe contribuire ridurla o ritardarla”, dice il Dr. Benjamin Bensadon, assistente professore di scienza biomedica clinica presso la Florida Atlantic University di Boca Raton, Florida.
“Anche lo stress genera infiammazione e l’ansia nei soggetti anziani prevale al livello nazionale. Combinare la terapia farmacologica con quella comportamentale sarebbe ottimale”, conclude.
FONTE: American Geriatrics Society 2016
Rob Goodier
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)