(Reuters Health) Negli Stati Uniti è stata studiata una nuova strategia di screening, per la selezione dei fumatori abituali con tomografia computerizzata (CT), basata su un nuovo modello di calcolo del rischio di morte per il cancro al polmone, che potrebbe evitare un maggior numero di decessi, rispetto allo screening fino ad ora utilizzato che era basato sui criteri dettati dalla US Preventive Services Task Force (USPSTF).
Secondo Hormuzd A. Katki del National Cancer Institute di Bethesda, Maryland, che ha guidato lo studio, pubblicato da JAMA, il nuovo modello di calcolo del rischio, una volta validato, potrebbe portare ad uno screening più efficace ed efficiente rispetto a quanto si verifica con le attuali linee guida basate sulla selezione di diversi sottogruppi di fumatori. Attualmente la USPSTF raccomanda uno screening CT annuale per un fattore di rischio che si basa su sottogruppi di fumatori attuali ed ex fumatori di età compresa tra 55 e 80 anni e 55 e 77 anni, rispettivamente, con un consumo di almeno 30 pacchetti/anno di sigarette e, per gli ex fumatori, a non più di 15 anni da quando hanno smesso.
Il nuovo modello
Katki e colleghi hanno cercato di sviluppare e validare modelli empirici dell’ incidenza del cancro al polmone e del rischio di morte, generalizzabili ai fumatori statunitensi, utilizzando i dati di due trial: il Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian (PLCO) cancer e il National Lung Screening Trial (NLST). Secondo la USPSTF, questi modelli di screening hanno stimato che 9 milioni di statunitensi fumatori abituali potrebbero beneficiare dello screening per il cancro del polmone, e questo eviterebbe quasi 46.500 morti per il cancro al polmone nel corso di cinque anni. Tuttavia, il nuovo screening basato su un modello di calcolo del rischio, entro un massimo di cinque anni, se applicato allo stesso numero di fumatori abituali, eviterebbe il 20% in più di morti (55.717) e ridurrebbe da 194 a 162, il numero di test di screening, stimato come necessario (NNS) per prevenire un decesso da cancro al polmone.
Secondo i ricercatori le strategie di screening che si basano sui calcoli del rischio, rispetto ai criteri di selezione della USPSTF, includono generalmente un maggior numero di fumatori attuali, di scarsi fumatori nel lungo termine, e di scarsi ex fumatori che hanno smesso da oltre 15 anni: è questo probabilmente il punto di forza del nuovo modello di screening suggerito. In ogni caso, secondo Katki, ottenere un’implementazione e una validazione di questa nuova strategia di screening rappresenta una grande sfida. Va considerato anche che l’efficacia e l’accuratezza di questi modelli di screening deve essere estesa all’intera popolazione degli Stati Uniti.
È dunque necessario molto altro lavoro di ricerca prima di poter arrivare ad una condivisione decisionale generalizzabile. Inoltre, sarebbe opportuno trovare strumenti adatti per poter condividere le strategie decisionali anche con i pazienti; fermo restando – fatto inconfutabile – che la prevenzione delle morti per il cancro al polmone non può essere interamente affidata a modelli di previsioni del rischio.
Fonte: JAMA 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)