L’Intelligenza Artificiale potrebbe essere utile nel predire gli eventi di morte cardiaca improvvisa e nel gestire l’eventuale rischio. A questa conclusione è giunto uno studio i cui risultati saranno presentati all’American Heart Association’s Resuscitation Science Symposium 2023, che si aprirà sabato 11 novembre a Philadelphia.
Lo studio
Il team di ricerca – coordinato da Xavier Jouven, professore di Cardiologia ed Epidemiologia presso il Centro di ricerca cardiovascolare di Parigi, Inserm U970-Università di Parigi – ha analizzato, usando l’Intelligenza Artificiale, informazioni raccolte in registri e database, a Parigi, in Francia e a Seattle, relative a 25mila persone decedute per arresto cardiaco improvviso e 70mila persone della popolazione generale.
I dati – abbinati per età, sesso e area residenziale – sono stati raccolti dalle cartelle cliniche fino a 10 anni prima del decesso. Utilizzando l’Intelligenza Artificiale per analizzare i dati, i ricercatori hanno costruito circa 25.000 equazioni con fattori di salute personalizzati, utilizzati per identificare quelle persone che erano ad altissimo rischio di morte cardiaca improvvisa. Inoltre, hanno sviluppato un profilo di rischio personalizzato per ciascuno degli individui nello studio.
Le equazioni di rischio personalizzate informazioni anamnestiche della persona come eventuali trattamenti per l’ipertensione, storia di malattie cardiache, disturbi mentali e abitudini dannose come l’abuso di alcol. L’analisi ha identificato i fattori con maggiori probabilità di ridurre o aumentare il rischio di morte cardiaca improvvisa in una particolare percentuale e periodo di tempo, ad esempio l’89% di rischio di morte cardiaca improvvisa entro tre mesi.
L’Intelligenza Artificiale, in particolare, ha consentito di identificare le persone che avevano oltre il 90% di rischio di morte improvvisa; queste appresentavano più di un quarto di tutti i casi di morte dovuta a questo evento. “La morte cardiaca improvvisa, un onere per la salute pubblica, rappresenta dal 10% al 20% dei decessi complessivi. Prevederla è difficile e gli approcci usuali non riescono a identificare le persone ad alto rischio”, conclude Xavier Jouven.
Fonte: American Heart Association – Resuscitation Science Symposium 2023