Vaccini, esperti: “Proteggere i fragili già in ospedale contro influenza e zoster”

Tutelare i pazienti fragili “è il nostro obiettivo principale. Sono persone che hanno già delle patologie, ed è per questo che abbiamo deciso di avviare una campagna di vaccinazione sia per l’antinfluenzale, sia per l’Herpes zoster. Per potenziare la rete di offerta vaccinale e raggiungere il maggior numero possibile di soggetti eleggibili alla vaccinazione è necessario sviluppare modelli organizzativi che prevedano una sostanziale integrazione tra ospedale e territorio”. In questa ottica, si inserisce la proposta, al paziente ricoverato, “della vaccinazione prima di essere dimesso dall’ospedale”. Lo ha detto Maria Corvino, direttore sanitario Asl Napoli 1, all’evento Ecm ‘La vaccinazione del paziente fragile: ospedale e territorio, nuove opportunità di interazione’ che si è svolto all’Ospedale del Mare di Napoli.

“Fare una vaccinazione – aggiunge Giuseppe Vitiello, direttore Uoc direzione medica di presidio Asl Napoli 1 – riduce l’afflusso ospedaliero, riduce le riacutizzazioni dei pazienti cronici e, soprattutto, alle soglie della stagione invernale – con quello che sarà il picco influenzale stagionale – riduce gli accessi al pronto soccorso, che non possono essere estremizzati all’infinito, ma che hanno un limite strutturale e organizzativo derivante dal numero dei locali e del personale adibiti all’attività assistenziale. L’esperienza orribile del Covid – continua – ci ha dato tanto, in termini negativi, ma ci ha anche insegnato tanto. Il Covid ci ha fatto capire che la possibilità di intercettare i bisogni, soprattutto quelli dei fragili, consente di agire in un momento preventivo rispetto a quello dell’insorgenza della malattia e così ridurre tutte quelle che sono le complicanze che derivano dall’insorgenza di una patologia”.

“L’interazione ospedale territorio – ribadisce Lucia Marino, direttore dipartimento Prevenzione Asl Napoli 1 – è una sfida da percorrere. Purtroppo, l’obiettivo prefissato dal ministero sulla copertura della vaccinazione antinfluenzale è dal 75 al 90%, come valore ottimale. Noi in regione non riusciamo ancora a raggiungere questi valori perché c’è una cattiva comunicazione e una resistenza del paziente anziano. La cosa importante è non lasciare solo il paziente, così da avere un percorso già delineato, quando esce dall’ospedale. Per ottenere una maggiore adesione nelle vaccinazioni – conclude Marino – l’ospedale deve assolutamente favorire l’adesione alla campagna vaccinale per Herpes zoster, influenza e pneumococco”.

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