Sono stati presentati al Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology 2023 (Asco) i risultati dello studio di fase 3 CARTITUDE-4 che mostrano come la terapia a base di Car-T ciltacabtagene autoleucel (cilta-cel) riduca del 74 per cento il rischio di progressione della malattia o di morte rispetto a due regimi di trattamento standard (SOC), pomalidomide, bortezomib e desametasone (PVd) o daratumumab, pomalidomide e desametasone (DPd), in adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario alla lenalidomide, che hanno ricevuto in precedenza da una a tre linee di trattamento, tra cui un inibitore del proteasoma (PI) e un agente immunomodulante (IMiD).
Lo studio CARTITUDE-4 è il primo studio randomizzato il cui obiettivo principale è stato il confronto di efficacia di una terapia cellulare per il trattamento del mieloma multiplo a partire dalla prima recidiva, rispetto a regimi di chemioterapia standard.
Sulla base dei risultati di questo studio è stata richiesta di recente all’EMA l’autorizzazione per una nuova indicazione di cilta-cel per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che hanno ricevuto da una a tre linee di trattamento precedenti, tra cui un inibitore del proteasoma (PI) e un agente immunomodulante (IMiD), e nei quali si è verificata progressione della malattia durante l’ultima terapia e refrattarietà a lenalidomide.
“I risultati di questo studio sono molto incoraggianti in quanto mostrano un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione e dei tassi di risposta, oltre a una riduzione del rischio di morte, con il trattamento a base di cilta-cel rispetto alle terapie standard esistenti. Questi dati confermano il potenziale di questa terapia cellulare nel diventare un’opzione terapeutica chiave per pazienti con mieloma multiplo in linee di trattamento sempre più precoci, dove la necessità di nuove terapie rimane ancora insoddisfatta”, dichiara Jesús San Miguel, Director of Clinical & Translational Medicine, Universidad de Navarra, Spain.
Lo studio CARTITUDE-4
Lo studio di fase 3 CARTITUDE-4 ha incluso pazienti (n=419) che hanno ricevuto precedentemente da una a tre linee di terapia, tra cui un inibitore del proteasoma (PI) e un agente immunomodulante (IMiD), e refrattari alla lenalidomide.
I pazienti sono stati randomizzati in due bracci, cilta-cel e SOC [cilta-cel, n=208; SOC, n=211]: coloro i quali sono stati assegnati al braccio cilta-cel sono stati sottoposti ad aferesi leucocitaria ai fini della produzione della terapia CAR-T.
Nel braccio cilta-cel, il 50 per cento dei pazienti risultava refrattario al trattamento con un PI e il 23 per cento alle terapie anti-CD38; nel braccio SOC, il 46 e il 21 per cento, rispettivamente, erano refrattari a PI e a terapie anti-CD38. Il 33 per cento dei pazienti nel gruppo cilta-cel aveva ricevuto una linea di trattamento precedente, rispetto al 32 per cento del gruppo SOC.
A un follow-up mediano di 16 mesi, si è osservata una riduzione del 74 per cento (Hazard Ratio [HR]=0.26; 95 per cento Intervalli di Confidenza [CI], 0.18–0.38; p-value p<0.0001) del rischio di progressione della malattia o morte nel braccio cilta-cel rispetto a quello SOC.
All’interno del braccio cilta-cel, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana non è stata raggiunta, mentre nel braccio SOC è stata di 11,8 mesi. La PFS a 12 mesi nei bracci cilta-cel e SOC è stata rispettivamente del 76 (95 per cento CI, 69 – 81) e del 49 per cento.
Al cut-off dei dati, i pazienti del braccio cilta-cel hanno raggiunto un tasso di risposta complessiva (ORR) dell’85 per cento e il 73 per cento ha avuto una risposta completa (CR) o migliore.
Nel gruppo SOC la ORR è stata del 67 per cento e una CR o migliore è stata raggiunta dal 22 per cento dei pazienti. In 144 pazienti del braccio cilta-cel e 101 pazienti in quello SOC valutabili per lo stato di malattia minima residua (MRD), l’88 per cento del primo e il 33 per cento del secondo hanno raggiunto la negatività dell’MRD al valore soglia di 10.
Il 97 e il 94 per cento dei pazienti ha riportato, rispettivamente, eventi avversi (AE) di grado 3 e 4, incluse infezioni (27 per cento, 25 per cento) e citopenia (94 per cento, 86 per cento).
Nel braccio cilta-cel, il 76 per cento ha riportato una sindrome da rilascio delle citochine (l’un per cento di grado 3, nessuno di grado 4 o 5), il cinque per cento ha riportato neurotossicità Car-T mediata e un paziente ha presentato un evento avverso di tipo motorio e neurocogitivo derivato dal trattamento (TEAE) di grado 1. Nel complesso, 39 pazienti nel braccio cilta-cel e 46 in quello SOC sono morti; di queste morti, dieci e cinque nei due gruppi di trattamento rispettivamente sono state causate da eventi avversi derivati dal trattamento.
“I risultati dello studio CARTITUDE-4 dimostrano chiaramente l’efficacia di cilta-cel in linee di trattamento più precoci”, dice Jordan Schecter, Vice President, Clinical Development Cellular Therapy Program, Janssen Research & Development, LLC. “In Janssen, siamo impegnati nella ricerca di terapie sempre più innovative in grado di migliorare gli outcome clinici e, in questo contesto, cilta-cel rappresenta un’importante opzione terapeutica in grado di ridefinire il modo di trattare il mieloma multiplo”.
I risultati dello studio CARTITUDE-4, presentati di recente al Congresso Asco 2023 (Abstract #LBA106) e pubblicati in contemporanea sul The New England Journal of Medicine, saranno anche oggetto di una sessione plenaria durante il Congresso della European Hematology Association (EHA), che si terrà dall’8 all’11 giugno a Francoforte.
Analisi finale dello studio CARTITUDE-1 su cilta-cel
Oltre ai risultati dello studio CARTITUDE-4, in occasione del Congresso Asco 2023 (Abstract #8009) sono stati presentati anche i risultati di chiusura dello studio di fase 1b/2 CARTITUDE-1 sul trattamento con cilta-cel di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno tre linee di trattamento, precedentemente esposti a un agente immunomodulante, a un inibitore del proteasoma e a un anticorpo anti-CD38 e nei quali si è verificata progressione della malattia durante l’ultima terapia.
I risultati finali, a un follow-up mediano di 33,4 mesi, hanno mostrato una PFS mediana di 34,9 mesi (95 per cento CI, 25,2 – non stimabile [NE]), e una durata mediana della risposta di 33,9 mesi (95 per cento CI, 25,5- NE). Non si sono verificati nuovi eventi di neurotossicità fino a un follow-up mediano di 27,7 mesi. I risultati di CARTITUDE-1 verranno presentati anche nel corso del Congresso EHA (Abstract #S202).
“Gli ultimi dati degli studi CARTITUDE-1 e CARTITUDE-4 confermano il grande potenziale di una singola infusione di cilta-cel sia in pazienti fortemente pretrattati e refrattari, per i quali la terapia è già stata approvata, sia in pazienti elegibili dopo una prima linea di trattamento”, afferma Edmond Chan, MBChB, Senior Director, EMEA Therapeutic Area Lead Haematology, Janssen-Cilag Limited. “Il nostro obiettivo è sempre stato rispondere ai bisogni dei pazienti a ogni stadio della malattia e poter raggiungere una remissione sempre più precoce, per questo siamo molto orgogliosi dei risultati che cilta-cel sta mostrando proprio in questa direzione”.