Attraverso una forma di “auto-segnalazione”, le cellule T si attivano nei tessuti periferici, alimentando la loro capacità di attaccare i tumori. Il meccanismo è stato individuato da un team dell’Università della California di San Diego (USA) e potrebbe aprire la strada a nuove terapie oncologiche.
Negli organi linfatici, le cellule T sono addestrate da cellule che presentato l’antigene (un frammento di tumore o agente patogeno) a stimolare una risposta immunitaria.
Una parte fondamentale di questo processo è il legame di B7, una proteina presente sulla superficie delle cellule con l’antigene, con CD28, un recettore presente sulle cellule T. Questa interazione B7:CD28 è uno dei principali driver della risposta immunitaria delle cellule T. Una volta addestrate, le cellule T lasciano gli organi linfatici e viaggiano attraverso il corpo per trovare e attaccare i loro obiettivi.
Attraverso una serie di esperimenti, i ricercatori dell’Università di San Diego hanno scoperto che le cellule T potrebbero effettivamente auto-attivarsi, facendo scorrere la loro membrana cellulare verso l’interno per consentire alla proteina B7 e al recettore CD28 di legarsi a vicenda.
“Abbiamo trovato un modo in cui le cellule T sono in grado di sopravvivere nell’ambiente estraneo di un tumore, e ora possiamo sviluppare strategie cliniche per aumentare o diminuire questi percorsi per trattare la patologia”, concludono i ricercatori.
Fonte: Immunity 2023