(Reuters Health) – Secondo uno studio svedese del Karolinska Institute, pubblicato dalla rivista Menopause, le donne che assumono la terapia ormonale sostitutiva (HRT) attraverso estrogeni applicati per via vaginale o tramite cerotti, corrono un rischio minore di sviluppare coaguli di sangue.
L’HRT, proposta alle donne per alleviare i sintomi della menopausa, non trova il consenso di molte rappresentanti del genere femminile da quando, nel 2002, uno studio della fondazione Women’s Health Initiative (WHI) ha messo in relazione diversi trattamenti a base di estrogeni e progesterone artificiali con un aumentato rischio di cancro al seno, ictus e infarto.
Secondo quanto descritto da questo studio sembra che il rischio di avere dei coaguli di sangue sia massimo assumendo in combinazione estrogeni e progestinici, quindi solo estrogeni, ma si annulli se i soli estrogeni sono somministrati per via cutanea o vaginale.
Lo studio
Lo studio, condotto dal Annica Bergendal, ha analizzato i dati di 838 donne che hanno sviluppato coaguli di sangue nel periodo 2003-2009 e un gruppo di controllo di 891 donne con caratteristiche simili, che però non hanno sviluppato la formazione di coaguli. Le donne che avevano preso in combinazione estrogeni e progestinici mostravano un rischio quasi triplicato di sviluppare coaguli rispetto alle donne che non avevano assunto nessun tipo di terapia sostitutiva. Nel caso di donne che avevano assunto solo estrogeni invece, questo rischio era aumentato del 31%, indipendentemente dalla sede di somministrazione, ma risultava azzerato nel caso in cui l’ormone fosse somministrato per via vaginale o tramite cerotto.
I commenti
“Lo studio è osservazionale e pertanto non può provare con chiarezza che la via di somministrazione degli estrogeni influenzi o meno la formazione di coaguli”, hanno chiarito gli autori. “Inoltre nella raccolta dei dati delle donne arruolate, mancava un dato importante, ovvero l’età di insorgenza della menopausa”.
“E ‘anche possibile che questi risultati non contraddicano direttamente i risultati WHI a causa delle differenze tra le donne negli studi americani e svedesi” (55 anni di età media in questo studio contro 63 anni medi in quello americano)”, ha detto Michael Thomas, ricercatore di presso l’Academic Health Center dell’Università di Cincinnati, che non è stato coinvolto nello studio. “E ‘possibile poi – ha aggiunto Thomas – che oltre all’età i due studi differissero anche per altri fattori di rischio per la formazione di coaguli, come l’obesità”.
Fonte: Menopausa 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)