Uno studio pubblicato su Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging e guidato da Marlene Staginnus, dell’University of Bath, nel Regno Unito, ha evidenziato differenze nella struttura del cervello dei giovani con disturbi della condotta rispetto ai coetanei che non ne sono affetti.
I disturbi della condotta sono caratterizzati da comportamenti asociali e da scarsi risultati a livello scolastico; negli USA colpiscono circa il 9,5% delle persone.
Aver subito maltrattamenti in età infantile è uno dei principali fattori di rischio per l’insorgere di questi disturbi. La letteratura scientifica ha più volte evidenziato che si verificano delle alterazioni in varie regioni del cervello, come quelle implicate nei processi emotivi, di apprendimento e sociali, tra chi ha subito maltrattamenti in età infantile. Da questo background ha preso le mosse lo studio dell’University di Bath.
Lo studio ha coinvolto 146 persone sane e 114 giovani con disturbi della condotta. I ricercatori hanno raccolto immagini dalle risonanze magnetiche per studiare la struttura della corteccia – inclusi volume, area e spessore – che è lo strato più esterno del cervello.
In linea con l’ipotesi iniziale, dall’analisi delle immagini è emerso che i giovani con disturbo della condotta presentavano alterazioni della struttura cerebrale più estese rispetto ai controlli. Questo aspetto era evidente sia tra i giovani che avevano subito maltrattamenti durante l’infanzia, sia tra quelli che non avevano subito maltrattamenti.
Fonte: Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging, 2023