Dalla saliva delle zecche potrebbe arrivare una nuova terapia per contrastare gravi malattie del sangue, di disturbi infiammatori e del sistema immunitario. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori australiani e inglesi che hanno identificato una proteina nella saliva delle zecche evade il sistema immunitario umano bloccandone i recettori.
Lo studio
Quando una zecca si attacca all’uomo, inietta una sostanza che blocca i recettori immunitari, il che le consente di restare senza essere respinta fino a 10 giorni, mentre si nutre di sangue. Le proteine che le zecche hanno sviluppato potranno essere usate per impedire al sistema immunitario di diventare distruttivo in diverse condizioni morbose, fra cui malattie del sangue e disturbi genetici, scrive Hans Elmlund della Monash University di Melbourne, coautore dello studio con Susan Lea della Oxford University, sulla rivista Nature Structural and Molecular Biology.
Le prospettive
La scoperta offre una migliore comprensione di alcune malattie del sangue potenzialmente letali. Fra queste la Paroxysmal Nocturnal Hemoglobinuria (PNH) e la Atypical haemolitic-uremic sydnrome (aHUS), che inducono il sistema immunitario ad attaccare e distruggere le cellule sanguigne, scrive Elmlund della Scuola di Scienza Biomediche della Monash University. La PNH è trattata con un costoso farmaco chiamato Soliris, che agisce disattivando la parte distruttiva del sistema immunitario e può costare l’equivalente di oltre 300 mila euro l’anno per paziente. Le nuove conoscenze sulle proteine iniettate dalle zecche permetteranno di formulare nuovi inibitori e di ridurre notevolmente i costi di trattamento di questa e di altre malattie legate al sistema immunitario, aggiunge lo scienziato.