Le attività clinicamente, scientificamente e anche organizzativamente avanzate come quelle entro la cui cornice viene racchiusa l’accezione di “Oncologia di precisione” non sono né fini a se stesse né possono essere disgiunte da attività sanitarie, in particolare di prevenzione come gli screening perché tutte insieme (e soltanto tutte insieme) rappresentano l’arma migliore per combattere moltissime forme di cancro.
È questo l’approccio complessivo della Regione Puglia al tema (e alle prospettive ) dell’oncologia di precisione che se da un lato vede l’impegno nella definizione dei percorsi di diagnosi e cura nell’ambito delle attività della rete oncologica, dall’altro cerca di perseguire ogni strada utile per innalzare il numero di diagnosi precoci e garantire, di conseguenza, attività terapeutiche altrettanto precoci e, per questo, molto spesso più efficaci.
L’oncologia di precisione peraltro, come sottolinea Alessandro Delle Donne, Direttore Generale Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari “indica un’accezione sempre più precisa e sviluppata di quello che era il concetto già noto di medicina di precisione sintetizzabile, complessivamente, in un approccio al trattamento e alla prevenzione delle diverse malattie tenendo della variabilità soggettiva di alcuni fattori. Fattori che – precisa Delle Donne – possono essere genetiche, dell’ambiente o degli stili di vita. Cosa ben diversa ma affine è il concetto di medicina personalizzata ma nel settore dell’oncologia è costante la ricerca di combinazione delle due fattispecie. In sintesi medicina di precisione e medicina personalizzata, affinché la terapia così come la prevenzione possano raggiungere effetti molto più mirati ed efficaci”.
L’Oncologia di precisione pertanto, a giudizio di Delle Donne “ha uno sviluppo potenziale enorme perché con essa si ha la possibilità di puntare in maniera molto precisa il bersaglio molecolare e colpirlo con la terapia dedicata”. Una prospettiva resa ogni giorno più vicina e accessibile grazie anche alla rete oncologica, alla spinta dei nostri ricercatori, all’apparato burocratico amministrativo della Regione, all’Ares e, in particolar modo, alla recentissima istituzione del Molecular Tumor Board”.
E proprio il Molecular Tumor Board sembrerebbe essere in Puglia la chiave di volta per lo sviluppo dell’oncologia di precisione e, più in generale, delle politiche sanitarie in campo oncologico. Se, infatti, la gestione del singolo caso, come sottolinea Giovanni Gorgoni, Direttore Generale Ares Puglia, resta in capo ai singoli centri specialistici, al MTB che ha iniziato le proprie attività nella primavera del 2022, spetterà in primis studiare l’esistente e le potenzialità che i tanti centri di eccellenza nella regione possono condividere in una logica di rete.
Infatti, sottolinea Gorgoni, “il primo scopo dell’istituzione del Molecular Tumor Board, è garantire l’equità di accesso. Ne fanno parte tutte le professionalità necessarie, dall’oncologo al chirurgo, dall’anatomopatologo al farmacista, dal biologo molecolare all’infermiere e il primo compito è, come detto, il monitoraggio dell’esistente sia in termini di dotazioni tecnologiche ma anche dal punto di vista delle competenze e delle capacità reali di refertazione. Attraverso questa ricognizione verranno quindi individuati i centri e qualificati per quello che realmente possono fare”. Se infatti una struttura può lavorare con pannelli diagnostici di base da 20 a 50 geni non è detto che automaticamente possa comunque salire a 60, 70, 100 geni senza una verifica gestionale e organizzativa, di efficacia diagnostica, qualità del risultato e, soprattutto, in maniera avulsa da una logica di sistema.