(Reuters Health) -Approccio multidisciplinare anche dopo che è stato trattato il tumore e attenzione a sintomi di recidive, problemi di deglutizione o a livello dentale e alla gestione di problemi psicologici a lungo termine. Sono queste le indicazioni principali delle linee guida stilate dalla American Cancer Society per aiutare i pazienti che sopravvivono a un cancro della testa e del collo. “Questi pazienti hanno bisogno di un approccio multidisciplinare anche dopo che è stato trattato il tumore”, ha dichiarato alla Reuters Health Ezra Cohen della University of California at San Diego di La Jolla. “Le più importanti raccomandazioni, tuttavia, riguardano prima di tutto la sorveglianza per un secondo tumore primario, specialmente in relazione al fumo.
Inoltre, sono sempre da valutare i problemi di deglutizione, che possono alterare la qualità di vita e devono essere affrontati in modo efficace, le malattie dentali, che dipendono da diversi fattori, da trattare precocemente per evitare problemi seri, e i disturbi psicosociali che possono avere effetti drammatici, se non riconosciuti e trattati subito”, ha dichiarato Cohen. Le persone che sono sopravvissute a un tumore della testa e del collo sono circa il 3% di tutte le persone curate di un cancro e le lunghe cure cui devono sottoporsi passano molto spesso da medici di base e altri operatori sanitari. Per questo, Cohen e colleghi, del gruppo multidisciplinare di esperti della Società americana, hanno rivisto la letteratura scientifica, raccogliendo dozzine di raccomandazioni sulla sorveglianza delle recidive di questo tipo di tumore, sullo screening per un eventuale secondo tumore primario dello stesso tipo, sull’individuazione e la gestione di effetti fisici o psicologici a lungo termine e sul trattamento, la promozione della salute, la cura e le implicazioni pratiche.
Gli esami diagnostici previsti
Secondo le linee guida, chi sopravvive a un tumore della testa e del collo dovrebbe sostenere esami diagnostici ogni uno/tre mesi nel primo anno dopo il primo trattamento, ogni 2/6 mesi nel secondo, ogni 4/8 mesi dal terzo al quinto anno. I medici che li assistono, inoltre, dovrebbero avvisare i pazienti su quali sono i segni e i sintomi di eventuali recidive a livello locale e mandarli da uno specialista se li evidenziano.
Le linee guida contengono diverse raccomandazioni per la valutazione e la gestione degli effetti a lungo termine dei tumore di testa e collo e il loro trattamento, insieme a raccomandazioni pratiche sullo stile di vita da adottare. Per la cura più appropriata, le indicazioni della società americana raccomandano una sorveglianza multidisciplinare e di mantenere una comunicazione costante tra il medico di base e il team oncologico, coinvolgendo anche chi si prende cura del malato nella assistenza al paziente.
“Abbiamo tentato il più possibile di indicare quando bisogna ricorrere allo specialista e quali sintomi osservare in modo specifico – ha dichiarato Cohen -. Certamente non potremo coprire tutti i casi. In più, dal momento che abbiamo cercato i dettagli nella letteratura scientifica, è stato chiaro che per alcune raccomandazioni non erano disponibili prove di un certo livello scientifico. C’è bisogno – ha sottolineato – di maggiori studi in questo settore”. “Il numero di pazienti che sopravvivono a un tumore di testa e collo sta aumentando rapidamente. – ha concluso Cohen – Questi pazienti continueranno ad avere sintomi dal loro primo tumore e ad essere trattati per molti anni, ma tante conseguenze si possono migliorare con una buona gestione. Il medico di base ha il giusto ruolo per offrire le cure che questi pazienti richiedono e speriamo che queste linee guida li possano assistere per portare le migliori cure possibili”.
Fonte: CA Cancer J clin 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)