Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia si colloca al 12esimo posto in termini di incidenza di Hiv, con Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna con l’incidenza più alta. Questi i dati riportati dal Report 2014 sul’Hiv/Aids disponibili on line sul sito del Ministero della Salute e consegnato in Parlamento. Secondo la relazione 2014 del Ministero – nell’ambito dell’informazione, prevenzione, assistenza e attuazione di progetti – la cura dell’Aids e delle infezioni da Hiv non si limita ai soli aspetti diagnostici, clinici e terapeutici, ma richiede altrettanta attenzione per l’implementazione di misure preventive.
La prevenzione
Tra le prime misure preventive è fondamentale la diagnosi precoce, che si può ottenere solo attraverso una maggiore e soprattutto mirata offerta attiva del test, favorendone l’accessibilità. Dalla relazione – che riporta, inoltre, le attività svolte dalla Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids e l’attività svolta dall’Istituto superiore di sanità – si evince che la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo, che costituiscono l’84,1% di tutte le segnalazioni.
I dati
Secondo il report, nel 2014, sono state segnalate 3.695 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 6,1 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 residenti. Le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nel 2014 sono maschi nel 79,6% dei casi, hanno un’età mediana di 39 anni. L’incidenza più alta – prosegue il report – è stata osservata tra le persone di 25-29 anni. Dall’inizio dell’epidemia, nel 1982, a oggi sono stati segnalati oltre 67.000 casi di Aids, di cui circa 43.000 segnalati come deceduti. Nel 2014 sono stati diagnosticati 858 nuovi casi di Aids pari a un’incidenza di 1,4 nuovi casi per 100.000 residenti.