Nuove possibilità di cura si aprono per i pazienti con depressione. Sono stati infatti individuati dei nuovi farmaci in grado di agire più rapidamente. Come riferito sulla rivista PNAS, si tratta di molecole che spengono un enzima in alcune regioni del cervello, riducendo così i processi infiammatori a livello cerebrale e aumentando il benessere dei neuroni.
Lo studio, spiega in un commento Graziano Pinna, neuroscienziato esperto di depressione dell’Università dell’Illinois, è stato condotto da uno scienziato di valore quale Bruce Hammock dell’Università di Davis in California ed è potenzialmente importante, in primis perché queste nuove molecole hanno azione antidepressiva rapida, poi perché gli scienziati californiani hanno dimostrato che somministrandole ad animali prima di un episodio depressivo, esse hanno addirittura azione preventiva.
Non è la prima volta che si nota un legame tra processi infiammatori e depressione. Non a caso, spiega Pinna, in passato taluni studi avevano evidenziato l’azione antidepressiva di alcuni analgesici e, al contrario, l’azione antinfiammatoria/analgesica di alcuni antidepressivi.
In questo studio gli esperti Usa hanno dimostrato su gruppi di topolini depressi l’azione di molecole che inibiscono l’enzima ‘epossido idrolasi in forma solubile’, in particolare l’efficacia dell’inibitore ‘TPPU’, che mostra un’azione antidepressiva nel giro di poche ore dalla somministrazione. Spegnendo l’enzima, TPPU protegge i grassi nel cervello coinvolti nella riduzione dei processi neuroinfiammatori e nel dolore neuropatico.
“La scoperta – aggiunge Pinna – è importante anche perché l’enzima epossido idrolasi è coinvolto in diverse malattie infiammatorie e neuroinfiammatorie, pertanto molecole sviluppate contro questo target possono essere utilizzate al di là della depressione”.
Pochi elementi per poer dare giudizio sulla nuova molecola antdepressiva