Ingrassi? È “colpa” della cucina disordinata

cucina(Reuters Health)- “È  più facile a spendere 5 minuti per riordinare la cucina che cercare di resistere agli snack”, dice Brian Wansink, direttore del Cornell Food and Brand Lab e autore del progetto Slim by Design. I ricercatori del progetto hanno invitato circa 100 studentesse universitarie a partecipare ad un esperimento per verificare l’impatto ambientale sui comportamenti alimentari, ma alle partecipanti è stato detto che l’esperimento intendeva esplorare il legame tra la personalità e la preferenza  nei confronti dei diversi gusti. Gli studiosi hanno deciso di osservare l’influenza dell’ambiente sulle scelte alimentari delle partecipanti, realizzando l’esperimento in una cucina allestita in laboratorio, seguendo l’ipotesi primaria che una cucina disordinata potesse influenzare le loro scelte alimentari inducendole a un maggior consumo di calorie.

L’esperimento
Le partecipanti sono state prima randomizzate in due gruppi; una metà di queste era invitata ad entrare in una cucina pulita e l’altra metà veniva avviata a una camera estremamente disorganizzata  con un tavolo fuori posto, piatti e pentole sporchi e sparsi nella stanza. I ricercatori hanno poi chiesto alle donne di completare degli esercizi scritti brevi su tre temi: descrivere un momento in cui si erano sentite nel caos e ritenevano di aver perso il controllo; descrivere un momento in cui si sono sentite ben organizzate e in controllo; riportare un ricordo neutro dell’ultima lezione che avevano frequentato nell’aula universitaria. Inoltre, durante il lavoro di scrittura, le donne che erano nella cucina disordinata sono state volutamente infastidite dai ricercatori che avevano inscenato la pulizia della stanza con l’aggiunta di un sottofondo musicale cacofonico, mentre le donne che lavoravano nella cucina pulita e ordinata, non hanno avuto alcuna distrazione. Al termine dei loro compiti, a tutte le partecipanti sono stati offerti degli snack.

Le evidenze
L’esperimento ha evidenziato che le donne della cucina disordinata, che avevano appena terminato di descrivere un episodio stressante della loro vita, hanno mangiato più biscotti (una quantità pari a circa 103 calorie), rispetto alle donne che nella stessa stanza avevano appena terminato la descrizione di un momento in cui si sono sentite organizzate e in controllo, che ne hanno mangiati una quantità pari a sole 38 calorie. Nel frattempo le donne della cucina pulita, cui era stato dato l’incarico di descrivere un episodio di perdita del controllo, hanno consumato biscotti per circa 61 calorie, rispetto alle 50 calorie delle donne che sono state invitate a riportare un episodio della loro vita in cui si erano sentite ben organizzate e responsabili.

I limiti e le prospettive
Lo studio ha dei limiti, riportati in una nota dagli stessi autori. I ricercatori infatti non hanno valutato come le donne percepivano la situazione ambientale nelle due diverse cucine, né quale fosse il loro stato mentale dalle varie attività di descrizione. È anche impossibile valutare le ragioni per cui la cucina disordinata e sporca, il rumore e le altre distrazioni avessero potuto influenzare  le scelte degli spuntini, rispetto a ciò che accade negli ambienti abituali delle partecipanti. Tuttavia – ribadiscono gli autori – nonostante questi limiti, i risultati sottolineano che gli ambienti con spazi meno ingombrati, ben organizzati e puliti,  potrebbero portare le persone a fare meno spuntini. “Mangiare sano può essere difficile, e la comprensione dei fattori ambientali, come il disordine in cucina, che possono indurre a scelte alimentari sbagliate, potrebbe aiutare molte persone a strutturare le loro case in modo che le scelte alimentari sane siano più facili”, ha commentato Lindsey Smith Taillie, nutrizionista e ricercatrice dell’Università del North Carolina a Chapel Hill. “Il mantenimento di un ambiente tranquillo e libero dal caos, specie in cucina, può aiutarci a non mangiare troppi spuntini zuccherati” ha aggiunto . “Quando tutto questo non è possibile, anche ricordare i passati momenti di buon autocontrollo, potrebbe aiutare a prevenire l’assunzione di cibo in eccesso”.

 Fonte: Environment and Behavior online

Lisa Rapaport

 (Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

 

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