Psoriasi e artrite psoriasica sono malattie causate da uno squilibrio del sistema immunitario che porta all’infiammazione cronica. In che modo queste patologie sono correlate? Qual è stata l’evoluzione dei trattamenti nel corso degli anni? Quali sono attualmente i farmaci a disposizione dei pazienti? Ne parliamo con gli specialisti, dermatologi e reumatologi, intervenuti in occasione del webinar: “Nuove frontiere in psoriasi e artrite psoriasica”.
La psoriasi è una malattia complessa e multifattoriale causata da un’infiammazione immuno-mediata e caratterizzata da lesioni cutanee eritemato-desquamative che possono presentarsi in alcune aree limitate o estendersi su tutto il corpo.
Si tratta di una patologia “frequente che interessa principalmente la pelle ma può coinvolgere altri organi e apparati, come le articolazioni”, tanto che oggi, in particolare nelle sue forme gravi, viene riconosciuta come una malattia sistemica, spiega Ketty Peris, Professore Ordinario di Dermatologia, Direttore UOC Dermatologia, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma e Presidente della SIDeMaST.
“Non è contagiosa e ha un impatto importante sulla qualità della vita dei pazienti”, aggiunge. Inoltre, “le forme gravi possono essere associate a sindrome metabolica, a malattie dell’apparato cardiovascolare o a stati di ansia e depressione”.
Seconde le stime, circa il 3-4% degli italiani è affetto da psoriasi.
Evoluzione dei trattamenti per la psoriasi
“Per quanto riguarda i trattamenti abbiamo assistito a una vera rivoluzione”, continua. “Siamo passati dall’uso di immunosoppressori ad ampio spettro, come la ciclosporina, il metotressato, o altri farmaci di questa categoria che usavamo off-lable perché non avevamo alternative, ai farmaci biotecnologici”.
“I primi farmaci biotecnologici sono stati gli anti-TNF alpha. In seguito, una comprensione sempre maggiore dei meccanismi che sono coinvolti nella formazione e nel mantenimento della placca psoriasica, ha portato allo sviluppo di ancora nuove terapie, come le anti-interleuchina 17; oggi abbiamo a disposizione le anti-interleuchina 23”.
Tutti questi farmaci hanno meccanismi d’azione diversi e sono molto efficaci. “Quindi oggi disponiamo di una varietà di terapie sistemiche tra cui scegliere in base alla malattia e alla storia del singolo paziente”.
“Nel corso degli anni è emersa l’importanza dell’interleuchina 23 (IL23) che è considerata l’attore principale nei meccanismi patogenetici di insorgenza e dell’infiammazione che caratterizza la malattia psoriasica, quindi l’infiammazione cutanea e l’infiammazione articolare”. Spiega Giovanna Malara, Direttore UOC di Dermatologia, Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.
Non solo l’IL23 favorisce l’infiammazione stimolando il rilascio delle citochine IL17, IL22 e TNF alpha, ma sembra anche essere responsabile delle ricadute di malattia nei pazienti. “Diversi studi hanno evidenziato l’importanza dell’IL23 nel riattivare delle particolari cellule T della memoria, le TRM, che sono localizzate al livello della cute. La loro riattivazione sembrerebbe correlata al manifestarsi della malattia psoriasica dopo un periodo di quiescenza”.
Pertanto, conclude Malara, “bloccando l’IL23 conteniamo la produzione delle citochine infiammatorie e allo stesso tempo possiamo evitare la riattivazione delle TRM, quindi le ricadute”.
Guselkumab è un anticorpo monoclonale sviluppato da Janssen che lega proprio l’IL23
inibendo l’interazione tra la citochina e il suo recettore, senza influenzare gli effetti di altre citochine infiammatorie importanti per la difesa verso i patogeni.
È approvato come farmaco soggetto a prescrizione medica in Unione Europea, Stati Uniti, Canada, Giappone e in numerosi altri paesi per il trattamento di pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a grave che siano candidati a una terapia sistemica. In Italia, guselkumab è attualmente rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale nell’indicazione psoriasi a placche.
Un piccolo studio prospettico condotto dal team di Giovanna Malara in real life e pubblicato di recente che ha coinvolto pazienti affetti da psoriasi moderata-severa, ha confermato l’efficacia di guselkumab (misurata in termini di PASI e BSA) e ha mostrato che man mano che le condizioni dei pazienti miglioravano grazie al farmaco, migliorava di pari passo anche la loro qualità della vita.
L’inibizione dell’IL 23 nell’artrite psoriasica
Come hanno sottolineato Peris e Malara, la psoriasi ha una sua manifestazione articolare, l’artrite psoriasica, una malattia infiammatoria cronica immuno-mediata delle articolazioni, dei tendini e della colonna vertebrale. “Un terzo dei pazienti che soffrono di psoriasi possono sviluppare l’artrite psoriasica, si parla di circa 500.000 persone in Italia”, spiega Ennio Lubrano, Professore ordinario di reumatologia, Università degli Studi del Molise, Campobasso.
Come avviene per la psoriasi, anche per questa malattia, complessa ed eterogenea, sono disponibili farmaci tradizionali e farmaci biotecnologici.
“Oggi, con l’avvento di terapie mirate a particolari target immunologici, come le citochine, è possibile raggiungere la remissione clinica o, in alternativa, una attività minima di malattia. Questi due obiettivi terapeutici sono di fondamentale importanza per i pazienti, in quanto consentono un miglioramento della qualità di vita”, osserva Lubrano.
“Conosciamo sempre di più l’artrite psoriasica, soprattutto grazie alla ricerca immunologica. Sappiamo che la malattia parte nell’entasi (il punto in cui tendini e legamenti si attaccano all’osso). Qui viene prodotta una gran quantità di interleuchina 23 che stimola la produzione di interleuchina 17. Questo è il motivo per cui i bersagli terapeutici della psoriasi e dell’artrite psoriasica sono queste due citochine. L’artrite psoriasica può colpire la sinovia, dando l’artrite, può colpire la colonna, dando mal di schiena, e in tutte queste manifestazioni l’IL23 svolge un ruolo”, precisa Carlo Francesco Selmi, Responsabile UO Reumatologia ed Immunologia Clinica, IRCCS Istituto Clinico Humanitas, Rozzano e docente di Humanitas University.
Guselkumab, da solo o in combinazione al metotrexato, è approvato nell’Unione Europea, negli Stati Uniti, Canada, Giappone e numerosi altri paesi in tutto il mondo, anche per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva in pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o che hanno mostrato intolleranza a una precedente terapia con farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD).
“Guselkumab è stato approvato per l’artrite psoriasica sulla base di studi effettuati in pazienti che non avevano ricevuto un farmaco biologico o in cui il trattamento era fallito”, continua Selmi. “I risultati mostrano un’efficacia in termini di attività dell’artrite, di entesite e di dolore della colonna significativi rispetto al placebo. Di recente sono state pubblicate le raccomandazioni europee e a brevissimo verranno emesse quelle del gruppo GRAPPA (Group for Research and Assessment of Psoriasis and Psoriatic Arthritis). In entrambi i casi nei pazienti che hanno una malattia in cui sia stato indicato e non ha funzionato il metotressato o in cui questo trattamento non sia indicato, i farmaci anti-TNF, anti interleuchina 17 e anti-interleuchina 23 vengono messi sullo stesso piano. In caso di psoriasi estesa vanno preferiti i farmaci anti IL17 e anti IL23”.
“In Janssen, la ricerca immunologica è sempre stata all’avanguardia”, commenta nel corso del webinar Loredana Bergamini, Direttore Medical Affairs Janssen Italia. “Dall’avvento delle terapie biologiche, avvenuto più di 30 anni fa, abbiamo sviluppato il primo anticorpo monoclonale mirato al sistema immunitario, fornendo ai pazienti una soluzione efficace che poteva agire in maniera importante sulla sintomatologia. Abbiamo, quindi, continuato ad ampliare le nostre conoscenze sul processo infiammatorio e, grazie a questo, siamo stati i primi a sviluppare terapie che intercettano nuovi percorsi infiammatori e che possono migliorare sostanzialmente la vita dei pazienti. Le nostre scoperte hanno cambiato la vita di milioni di persone in tutto il mondo e continuiamo a lavorare per cure sempre migliori, capaci di arrestare e persino curare le malattie immuno-mediate”, conclude.
Bibliografia:
Malara G, Trifirò C, Bartolotta A, Giofré C, D’Arrigo G, Testa A, De Lorenzo A, Tripepi G. Real-world effectiveness and safety of Guselkumab for the treatment of psoriasis: a 6-month prospective study in a series of psoriatic patients. Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2021 Jan;25(1):406-412. doi: 10.26355/eurrev_202101_24408.