(Reuters Health) – I sopravvissuti di cancro pediatrico, a lungo termine, sono a maggior rischio di suicidio rispetto ai coetanei che non si sono mai ammalati di tumore. A suggerirlo è uno studio americano pubblicato su Cancer da un team di ricercatori guidato da Justin Barnes, della Washington University di St. Louis.
I ricercatori hanno esaminato i dati raccolti nel database Surveillance, Epidemiology, and End Results (SEER 9), relativo a 49.836 persone, che hanno avuto una diagnosi di cancro tra il 1975 e il 2016, quando avevano tra gli zero e i 19 anni, per valutare il rischio di suicidio tra le persone con o senza cancro. E per valutare in particolare i fattori di rischio legati al suicidio tra i sopravvissuti al cancro infantile, i ricercatori hanno esaminato i dati relativi a 96.948 individui nel database SEER 18.
Complessivamente, il rischio di suicidio era simile per i sopravvissuti a un tumore infantile e per gli individui che non avevano avuto una storia di tumore, con 11,64 casi per 100mila anni-persona contro 10,18. Tuttavia, dopo i 28 anni, l’età media delle morti per suicidio nello studio, i sopravvissuti di tumore pediatrico avevano un rischio significativamente più elevato di suicidio, con 22,43 casi per 100mila anni-persona.
Alcuni gruppi, in particolare, avevano un rischio di suicidio alto, come i bianchi e le persone che avevano avuto un linfoma. Mentre esaminando nello specifico le persone che sono sopravvissute almeno vent’anni dopo la diagnosi, non c’è stato aumento del rischio di suicidio statisticamente significativo, ma è stato riscontrato un rischio di suicidio elevato tra chi aveva avuto la diagnosi di tumore tra i 10 e i 14 anni.
“L’aumento del rischio di suicidio tra chi sopravvive a un tumore in età infantile è evidente, ma i risultati non sono sorprendenti perché sono stati evidenziati anche in studi precedenti che hanno mostrato che chi sopravvive a un tumore in età infantile ha un aumento della compromissione della funzionalità fisica, dolore persistente, problemi a livello educativo e finanziario e disagio emotivo, tutte caratteristiche associate al rischio di suicidio”, spiega Barnes, secondo il quale “i medici devono essere consapevoli dell’elevato rischio di suicidio per i sopravvissuti di cancro infantile, in particolare con l’avanzare degli anni”.
“La maggior parte dei suicidi si è verificata molti anni dopo la diagnosi iniziale del cancro, quando i sopravvissuti avevano raggiunto l’età adulta; fino a prima, in realtà, i tassi di suicidio tra i sopravvissuti di cancro infantile non differivano, sostanzialmente, dalla popolazione generale”, ha concluso il ricercatore.
Fonte: Cancer
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)