Antonella Di Lorenzo
Fabio Guarino
Giacomo D’Alessandro
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Il tumore della vescica, rappresentato per oltre il 90% da carcinomi uroteliali, è il quinto tumore più frequente in Italia, il quarto nella popolazione maschile. Colpisce con maggiore frequenza dopo i 50 anni di età, più tra gli uomini, ma è in aumento anche tra le donne. Importanti, e spesso drammatiche, le ricadute sulla qualità e l’aspettativa di vita. L’Associazione Pazienti PaLiNUro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie Uroteliali – ha condiviso con Astellas l’esigenza di migliorare la diagnosi precoce del tumore della vescica aiutando la popolazione a riconoscerne tempestivamente i segni e sintomi – sangue nelle urine, stimolo frequente e urgenza di urinare, bruciore, dolore pelvico – che sono spesso sottovalutati. Da qui nasce l’idea della campagna “Fermati al Rosso – Tumore della vescica: un segnale può salvarti la vita”, promossa da PaLiNUro, con la sponsorizzazione non condizionante di Astellas.
Potreste descriverlo brevemente?
“Fermati al rosso – Tumore della vescica: un segnale può salvarti la vita”, è una campagna di sensibilizzazione che ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza della popolazione sul tumore della vescica. Un numero crescente di pazienti affronta la complessità di un percorso diagnostico e terapeutico che comprende problematiche fisiche e psicologiche che impattano in modo determinante sulla loro vita e su quella dei loro familiari. Migliaia di uomini e donne ogni anno in Italia “vedono rosso”: il sangue nelle urine può essere la spia di un tumore della vescica. Un segnale importante, spesso sottovalutato per scarsa conoscenza o paura. Una diagnosi precoce consente di intervenire tempestivamente quando il tumore non è ancora aggressivo e di tenere sotto controllo la malattia. Un semaforo rosso è al centro del video-spot della campagna divulgata tramite i canali digital e social di PaLiNUro. Racconta una storia in cui le persone possano identificarsi per trasmettere il messaggio chiave della campagna: se vedi rosso, vai dal medico.
Che risultati avete o volete raggiungere?
La presentazione del video spot a importanti Festival cinematografici 2023 dedicati alle campagne di sensibilizzazione su temi sociali ha consentito di amplificare l’eco della campagna e di estendere il messaggio di prevenzione anche al di fuori dei tradizionali canali di informazione sanitaria. Due riconoscimenti hanno sancito il valore informativo del video-spot e l’efficacia della campagna. “Fermati al Rosso” ha ricevuto il Premio Speciale come ‘miglior cortometraggio di sensibilizzazione sulla salute e sulla prevenzione’ al Biopic Fest di Roma e il Premio Speciale come ‘miglior spot di sensibilizzazione sulla salute e sulla prevenzione’ al Catania Film Fest.
Cosa pensate ci sia ancora da fare in questo ambito?
Una diagnosi di tumore della vescica o carcinoma uroteliale cambia drammaticamente la vita della persona che la riceve. Il solo sospetto di avere questo tumore può essere terrorizzante. Dobbiamo fare in modo che si parli in modo semplice e chiaro di tumore della vescica e dei campanelli d’allarme, come il sangue nelle urine, che devono mettere in allerta e spingere a rivolgersi quanto prima al medico di famiglia, superando indugi, tabù, paure e conflitti personali. È fondamentale che le Associazioni Pazienti possano essere considerate un riferimento credibile e autorevole da tutte le parti coinvolte in questo processo di crescita educazionale della popolazione.
Qual è l’aspetto principale del Patient Advocacy Campaign che sarà più importante secondo voi nei prossimi anni?
Nei prossimi anni sarà cruciale migliorare l’integrazione delle esperienze e delle voci dei pazienti nelle decisioni strategiche dell’industria farmaceutica. Le aziende saranno sempre più chiamate a collaborare attivamente con i pazienti e le loro associazioni per comprendere in modo approfondito le loro esigenze, preoccupazioni e aspettative ed in particolare per aumentare la cultura della salute nella popolazione. Una campagna di sensibilizzazione deve necessariamente partire dall’ascolto dei pazienti: sono proprio loro che possono parlare e raccontare quello che hanno vissuto. Solo lavorando insieme sarà possibile garantire che le informazioni siano rilevanti e rispondano alle reali esigenze delle persone, aumentando l’efficacia del messaggio.
MAT-IT-NON-2024-00149, settembre 2024