Alessandra D’Amico
Giovanni Morabito
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Da sempre la biopsia epatica svolge un ruolo centrale nelle malattie croniche di fegato, rappresentando lo strumento cardine tanto per la definizione diagnostica che prognostica. Rimane uno degli strumenti principali per la valutazione di molte malattie croniche del fegato, nelle quali l’istologia continua a svolgere un ruolo fondamentale, così come in specifiche situazioni, quando ad esempio gli strumenti non invasivi risultino non diagnostici o conflittuali come, ad esempio, nella colangite biliare primitiva (CBP). L’eterogeneità dei quadri istologici e la presenza di quadri aspecifici soprattutto nelle fasi asintomatiche delle patologie epatiche, possono portare ad una difficile interpretazione della biopsia epatica, ad errori diagnostici o addirittura ad una mancata diagnosi. Per tutte queste ragioni, è dunque necessaria e raccomandata una figura professionale specializzata ed esperta per l’interpretazione dell’istologia epatica, finanche assistita da figure di consulenza per confronto e/o revisione. L’idea del progetto è quindi nata dalla necessità di delineare un percorso strutturato e condiviso per l’uso della biopsia nelle epatopatie croniche che definisca uno standard del processo diagnostico e, attraverso questo, guidi l’attività dell’anatomopatologo e del clinico e la comunicazione tra queste figure.
Potreste descriverlo brevemente?
Il progetto ha visto come primo step l’organizzazione di un Expert Meeting, che si è svolto in due appuntamenti distinti tra Ottobre e Novembre 2023, di anatomopatologi e clinici, esperti in malattie di fegato, provenienti da diverse realtà regionali italiane. L’incontro, focalizzato sul ruolo della biopsia epatica nelle malattie croniche di fegato e sugli attori che prendono parte al processo diagnostico-terapeutico, si è prestato allo scopo di delineare un percorso condiviso e si è avvalso del lean management come approccio metodologico. Il lean management, mutuato dall’ambito imprenditoriale, basato sull’analisi dei processi e l’individuazione di strategie risolutive, volte a semplificare i flussi processuali, ottimizzare le risorse e aumentare il valore produttivo all’interno di una organizzazione complessa. In ambito sanitario ha l’obiettivo di creare il valore massimo per il paziente attraverso la riduzione degli sprechi e delle attese. In termini lean, partendo dalla identificazione e definizione del value, l’incontro si è articolato attraverso la mappatura del processo e l’individuazione delle criticità, sino alla definizione di uno standard ottimizzato del processo stesso.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Cosa pensate ci sia ancora da fare in questo ambito?
Questo progetto può essere considerato un progetto pilota che è partito con il coinvolgimento di alcune regioni campione e potrà essere eventualmente esteso a tutto il territorio nazionale.
Qual è l’aspetto principale degli Eventi Stand Alone che sarà più importante secondo voi nei prossimi anni?
Un evento di successo dovrebbe avere: