#lsea2024

RaccontARTi 2.0

Nicole Caserta

Una campagna di comunicazione dedicata alle coppie che hanno problemi di infertilità e vogliono conoscere la Procreazione Medicalmente Assistita. È “RaccontARTi 2.0” di Ibsa Italy e noi ne abbiamo parlato con Nicole Caserta - Product Manager dell’azienda

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Il 10-20% delle coppie che vivono in paesi industrializzati è colpito dal fenomeno dell’infertilità. Considerata una patologia, l’infertilità comporta una dimensione psicologica importante. Per questo motivo IBSA, impegnata da anni nell’area della Medicina della Riproduzione, ha avviato campagne di comunicazione e servizi a sostegno delle coppie che affrontano questo delicato momento della loro vita. Da questo impegno nasce “RaccontARTi 2.0”, un progetto che offre alle coppie della community di BabyHeART la possibilità di raccontare la loro esperienza con l’obiettivo di supportare e dare coraggio ad altre coppie che iniziano il percorso verso la ricerca di un figlio. Attraverso l’ascolto di storie condivise, le coppie potranno avere maggiore fiducia nella Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e risollevarsi dopo eventuali fallimenti, potranno trovare un conforto che li aiuterà a non abbandonare la speranza. L’identificarsi in altre persone che hanno condiviso la loro stessa esperienza li farà sentire meno soli e darà loro la spinta per affrontare il percorso a testa alta, riscoprendo la motivazione necessaria per realizzare il loro sogno più grande: diventare genitori.

 Potrebbe descriverlo brevemente?
“RaccontARTi 2.0” è una miniserie dedicata alla fertilità composta da sei episodi. Ogni episodio mette in luce la storia unica di una coppia della community che ha condiviso la propria esperienza con la PMA. Le sei coppie hanno percorsi diversi: alcune hanno affrontato numerosi tentativi senza successo, mentre altre vivono la gioia della genitorialità. Attraverso queste storie autentiche, la miniserie offre uno sguardo profondo e umano sul viaggio emotivo e fisico che molte coppie intraprendono per diventare genitori.

Che risultati avete o volete raggiungere?
Il progetto ha ottenuto risultati straordinari: copertura 509k, visualizzazioni dei video +330k di views, commenti +2k sui canali Instagram, Facebook e YouTube. Questi dati indicano che molte coppie si sono riconosciute nelle storie raccontate, trovando il coraggio di condividere le proprie esperienze. Vogliamo continuare a creare un ambiente di supporto e comprensione, dove ogni coppia possa sentirsi meno sola e più motivata nel proprio percorso verso la genitorialità.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Un aspetto che merita maggiore attenzione è la psicologia maschile: spesso l’attenzione si concentra principalmente sulla donna, trascurando l’importanza del coinvolgimento e del vissuto dell’uomo. Molti uomini sono riluttanti a sottoporsi a controlli perché temono di compromettere la propria virilità e, alla scoperta di eventuali problemi, possono chiudersi in loro stessi, sentendosi inadeguati. Approfondire come vivono questo percorso e creare uno spazio di supporto per loro è fondamentale per affrontare l’infertilità in modo più completo e inclusivo. È importante ricordare che la PMA è un percorso che riguarda la coppia, non il singolo individuo.

Qual è l’aspetto principale della Patient Advocacy Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Nei prossimi anni, sarà sicuramente importante continuare a consolidare la relazione con il paziente fornendo sempre di più informazioni accurate e dettagliate sulla PMA. Solo in questo modo, si riuscirà ad avvicinare e a sensibilizzare il pubblico e, attraverso l’utilizzo di strumenti digital che hanno il potere di normalizzare l’argomento, renderlo più vicino a tutti.



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