#lsea2024

Tutti per Uno.

L’aderenza è un gioco di squadra

Marco Barone

Una campagna di informazione e sensibilizzazione pensata per far emergere l'importanza dell’aderenza terapeutica nella gestione delle malattie cardiovascolari. È “Tutti per uno - L'aderenza è un gioco di squadra” del Gruppo Servier in Italia, con Conacuore e Fondazione Italiana per il Cuore, e noi ne abbiamo parlato con Marco Barone, Marketing Lead - Area CardioMetabolica, Business Unit Cardio Metabolic Venous Disease. Parte del team anche Valeria Rossi, Marketing Multichannel Expert, Elena Dalla Longa- External Communication Manager, Gabriele Carrieri, Digital Manager IT/Digital

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
“Tutti per uno – L’aderenza è un gioco di squadra” è una campagna online di informazione e sensibilizzazione promossa dal Gruppo Servier in Italia con Conacuore e Fondazione Italiana per il Cuore. Lanciata il 12 aprile 2023 per la Giornata Nazionale per l’Aderenza alla Terapia, mira a evidenziare l’importanza dell’aderenza terapeutica nella gestione delle malattie cardiovascolari. Si rivolge a pazienti, caregiver, medici, farmacisti e istituzioni.

Potrebbe descriverlo brevemente?
Il progetto nasce come una campagna corale e ironica in cui si vuole evidenziare il tema del “gioco di squadra”, sfruttando il parallelismo tra la gestione della malattia cronica e una squadra di calcio. La campagna usa il tema del “gioco di squadra” tramite un reality calcistico con la Nazionale Italiana Jazzisti, la campionessa Carolina Morace come coach, medici specialisti e associazioni di pazienti. Gli episodi settimanali, pubblicati su alcuoredelladerenza.it/tutti-per-uno e sui social, trattano temi come impegno, comunicazione efficace, fiducia, gioco di squadra e supporto.

Che risultati avete o volete raggiungere?
L’obiettivo principale è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’aderenza terapeutica, con un’ampia diffusione sui media e sui social. Ha raggiunto una readership di 66 milioni, 339 uscite stampa, e 27.000 accessi al sito. Anche i post sui social hanno ottenuto buoni risultati in termini di impression, interazioni e visualizzazioni. Inoltre, abbiamo registrato elevate performance anche dei post e delle stories pubblicati sui canali social degli attori della nazionale jazzisti e di Carolina Morace.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Purtroppo, nonostante gli sforzi, siamo ancora lontani dal raggiungimento di livelli soddisfacenti. L’aderenza terapeutica, pur essendo riconosciuta come un fattore fondamentale per garantire il successo di una terapia e inserita nelle Linee Guida delle principali società scientifiche, si mantiene a livelli molto bassi in diverse patologie e ben al di sotto del 50% nelle patologie croniche cardiovascolari. La mancata aderenza terapeutica ha come conseguenza un pericoloso incremento del rischio di incorrere in eventi negativi, che possono comportare il ricorso a cure ospedaliere o domiciliari importanti e, infine, a un aumento della mortalità. Oltre quindi a rappresentare un importante danno per il paziente, la mancata aderenza terapeutica ha un impatto notevole anche per il Servizio Sanitario Nazionale: i costi diretti e indiretti relativi agli interventi necessari in seguito ad un evento negativo dovuto alla mancata aderenza sono, infatti, ingenti e superano quelli relativi alla somministrazione dei farmaci prescritti per la gestione delle cronicità. Alla luce di questi aspetti, il tema dell’aderenza terapeutica dovrebbe essere posto ancora di più al centro delle attenzioni di tutti gli attori coinvolti: Istituzioni nazionali e regionali, Associazioni pazienti, medici, farmacisti e Aziende farmaceutiche, tutti insieme in un unico tavolo di lavoro per trovare ed attuare le soluzioni al grande problema della scarsa aderenza alla terapia.  

Qual è l’aspetto principale del Communication Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto un’evoluzione del ruolo del paziente, con un suo maggiore coinvolgimento nel processo decisionale e terapeutico. Questa tipologia di approccio, che possiamo definire Patient Centered in contrapposizione al modello Disease centered, è un aspetto da tener presente anche nello sviluppo di progetti dedicati: ascoltare e coinvolgere i pazienti per realizzare progetti in linea con i loro reali bisogni.



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