#lsea2024

BeAware

Laura Liberati

Aumentare la conoscenza del rischio citogenetico elevato nel mieloma multiplo e del suo impatto sugli studi clinici e sulla pratica clinica. Questo l’obiettivo del progetto di Sanofi “BeAware – Lights on 1q”. Abbiamo approfondito l’argomento con Laura Liberati, Medical Manager Hematology, Sanofi. Parte del team anche Chiara Zilocchi, Medical Lead Oncology & Hematology, Sanofi e Claudia Biffi, Medical Advisor Hematology, Sanofi

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Il Mieloma Multiplo (MM) è il secondo tumore del sangue più diffuso al mondo, che colpisce gli anziani (età media alla diagnosi: 69 anni) e più spesso gli uomini delle donne. Negli ultimi anni, l’algoritmo di trattamento del MM si è arricchito con nuove combinazioni terapeutiche e la conoscenza della patologia è progredita. Sono emerse tematiche rilevanti per la comunità scientifica, ancora in discussione. Nel 2023, come team di direzione medica, abbiamo ideato una serie di eventi sul MM dal titolo “BeAware – Lights on…”, per affrontare tematiche attuali e rilevanti. Il primo evento, “BeAware – Lights on 1q”, era dedicato alle anomalie citogenetiche che impattano negativamente sulla prognosi dei pazienti con MM. L’attenzione dei clinici per queste anomalie è aumentata, in particolare per la mutazione 1q+, ora riconosciuta come fattore prognostico nel R2-ISS. Uno dei pilastri di “BeAware – Lights on…” è la multidisciplinarietà, motivo per cui sono stati coinvolti ematologi e biologi per favorire l’interazione tra i diversi attori.

Potrebbe descriverlo brevemente?
L’obiettivo di “BeAware – Lights on 1q” era aumentare la conoscenza del rischio citogenetico elevato e del suo impatto sugli studi clinici e sulla pratica clinica, rafforzando la collaborazione nel gruppo multidisciplinare coinvolto nella cura del paziente. L’evento, svoltosi a Milano lo scorso novembre, è stato preceduto da una survey nazionale di EMN Italia a circa 70 centri ematologici italiani, per indagare l’adozione del test per la determinazione del 1q+ e il riconoscimento del suo valore prognostico. I risultati, presentati durante l’evento, hanno fornito una visione nazionale sull’utilizzo del test e sulla rilevanza clinica delle mutazioni. L’evento ha visto la partecipazione di un numero ridotto di esperti per favorire l’interazione, inclusi giovani emergenti, e ha avuto un taglio multidisciplinare. Le relazioni frontali, di alto valore scientifico, hanno permesso un confronto attivo tra i partecipanti, evidenziando l’importanza delle mutazioni citogenetiche nel MM. I workshop organizzati nella seconda parte dell’evento hanno favorito il dialogo e il networking, con rappresentanti di diverse regioni italiane che hanno discusso tematiche diagnostiche e cliniche, con l’intenzione di migliorare le pratiche attuali. Il format dell’evento ha suscitato grande interesse e per il 2024 stiamo preparando una nuova edizione incentrata sulla malattia minima residua.

Che risultati avete o volete raggiungere?
“BeAware – Lights on…” si è dimostrato un format di grande interesse, con contenuti scientifici apprezzati da tutti i partecipanti. I workshop macroregionali hanno evidenziato la necessità di tavoli di confronto e di dialogo per i giovani specialisti sulle tematiche trattate. La discussione nata durante l’evento ha fornito materiale per una pubblicazione in fase di rilascio.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Il panorama del MM è in costante evoluzione, con nuove opzioni terapeutiche e una maggiore conoscenza della patologia, incluse le caratteristiche molecolari e i fattori prognostici. L’attenzione per le anomalie citogenetiche è aumentata, ma restano problematiche aperte: quando effettuare la valutazione? Quali cut-off utilizzare? Su quali pazienti? Come interpretare i risultati? È possibile creare network tra i centri? Risulta fondamentale uno spazio per aumentare la conoscenza e la consapevolezza su questi temi e per rafforzare possibili collaborazioni.

Qual è l’aspetto principale degli Eventi Stand Alone che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Il MM è una patologia multidisciplinare, che coinvolge diversi specialisti. Sarà sempre più importante creare momenti di confronto dedicati e specifici, caratterizzati da multidisciplinarietà e da grande interattività.



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