Daniela Cappella
Danilo Falcone
Sara Campani
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Il ritorno alla normalità, dopo la fase emergenziale legata alla pandemia, richiede comunque di mantenere una forte attenzione alla patologia Covid-19 principalmente nei confronti del paziente fragile da parte di tutti gli operatori sanitari con particolare riferimento al medico di famiglia. L’idea nasce dalla sottostima dei sintomi da parte del paziente, dalla scarsa conoscenza da parte del medico di famiglia delle potenzialità del proprio tool gestionale anche per l’identificazione dei pazienti fragili, dalla mancanza di un aggiornamento periodico del valore della creatinina e dell’eGFR, parametro fondamentale per il paziente fragile e dalla mancanza di un approccio comune, all’interno delle forme aggregative, nella gestione del paziente Covid-19.
Potreste descriverlo brevemente?
Il progetto ha come obiettivo quello di definire la presa in carico tempestiva del paziente fragile a rischio di compromissione Covid-19 per la sua gestione domiciliare al fine di limitare le ospedalizzazioni, creare una linea guida omogenea tra tutti i Medici di Medicina Generale afferenti ad una forma aggregativa, migliorare il link ospedale – territorio.
“Gestione Prevenzione” si articola in diversi steps:
Che risultati avete o volete raggiungere?
“Gestione Prevenzione” ha coinvolto tre cooperative di Medici di Medicina Generale (Napoli, Roma, Firenze) con 230 medici e un potenziale di circa 90.160 pazienti fragili stimati (circa 392 pazienti per medico). Al progetto ha aderito il 70% dei medici (n. 161) con l’obiettivo che circa il 50% dei pazienti fragili (195 pazienti per medico) venisse strettamente monitorato e attenzionato sulla patologia COVID-19 al fine di ridurre i tempi nel dichiarare i sintomi e la presa in carico da parte del Medico. Il progetto ha visto anche un momento di confronto tra i responsabili delle cooperative per condividere i risultati raggiunti, il modello di Patient Journey definito e le varie necessità, tra cui un miglior utilizzo dei gestionali per l’identificazione dei pazienti fragili e la corretta registrazione delle varie informazioni
Cosa pensate ci sia ancora da fare in questo ambito?
Continuare a lavorare: sulla consapevolezza della patologia Covid-19 attraverso il coinvolgimento della Medicina Generale con le sue forme aggregative, sull’analisi del Patient Journey; sulla gestione End to End (dalla prevenzione alla presa in carico) con particolare riferimento ai pazienti fragili al fine di limitare gli accessi impropri al PS e le relative ospedalizzazioni; sulla creazione di un link tra il territorio e l’ospedale di riferimento.
Qual è l’aspetto principale del Market Access & Public Affairs Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Sicuramente continuare a lavorare per facilitare l’accesso alle cure coinvolgendo i vari interlocutori in una analisi attenta del Patient Journey dove consapevolezza, territorialità e network sono fondamentali per la gestione dei pazienti con particolare attenzione ai fragili. La fiducia nella scienza, nel sistema sanitario e la creazione di modelli organizzativi agili saranno fondamentali per abbattere tutte le barriere e far sì che la presa in carico avvenga in tempi rapidi. Prevenzione e gestione dovrebbero essere le fondamenta per un modello organizzativo efficace ed efficiente.