#lsea2024

Smartdot

il nuovo sistema digitale per
l'ormone della crescita

Eleonora Boni
Michele Volpe

Un dispositivo in grado di agevolare l’aderenza alla terapia per deficit dell’ormone della crescita. È “Smartdot” di Merck e noi ne abbiamo parlato con Eleonora Boni, Endocrinology Products Manager e Michele Volpe, Medical Advisor

Qual è l’impegno della vostra azienda in questa area terapeutica? 
La somatropina è da più di trent’anni impegnata nel trattamento del deficit dell’ormone della crescita, al fine di garantire ai pazienti – che ricordiamo essere nella maggior parte dei casi pazienti pediatrici – e ai loro caregiver, un miglioramento nella qualità della vita grazie al raggiungimento del target di crescita con un impatto positivo non solo da un punto di vista clinico, ma anche e soprattutto psicologico. 

A chi si rivolge il vostro prodotto? 
Lo “Smartdot”, ovvero un trasmettitore che trasforma un device meccanico in dispositivo smart, è rivolto a tutti quei pazienti e caregiver che, in accordo con il loro centro clinico di riferimento, necessitano o desiderano monitorare l’aderenza alla terapia grazie alla digital health. Se da un lato il fruitore dello strumento, quindi il paziente, ha modo di trasmettere digitalmente e automaticamente i dati di iniezione al clinico curante, dall’altro ha accesso a tutta una serie di servizi aggiuntivi che contribuiscono ad una maggiore aderenza come ad esempio un reminder giornaliero, ma anche materiali educazionali digitali a disposizione in qualsiasi momento di cui poter fruire in caso di dubbi rispetto alla gestione della terapia. Il clinico, invece, avrà accesso ad una serie di report e dettagli riguardanti l’aderenza terapeutica, elemento fondamentale nel deficit di GH (growth hormone) per far sì che i pazienti raggiungano gli outcome di crescita. 

Perché ritenete sia innovativo? 
L’innovazione dello strumento risiede nell’incontro della semplicità di utilizzo del dispositivo a penna con la tecnologia che rende il device meccanico un dispositivo smart, in grado di trasmettere dati ai centri clinici di riferimento, per una consultazione da parte del medico specialista che potrà monitorare l’andamento del trattamento paziente per paziente, valutandone aderenza e relativo outcome terapeutico. Il database in cui vengono trasmessi questi dati, risulta anche essere una repository affidabile di real world data consultabile dai clinici e che può essere la base di analisi retrospettive. 

Che risultati avete o volete raggiungere? 
Ci piacerebbe che in futuro sempre più utilizzatori della penna possano beneficiare della digital health attraverso l’utilizzo di “Smartdot”. 

Quali ritenete siano gli unmet needs di questa area terapeutica? 
Ad oggi, il deficit di GH soffre a livello nazionale di un basso tasso di diagnosi, spesso legato ad una poca conoscenza della patologia e dei relativi sintomi non solo da parte delle famiglie e caregiver, ma esteso a tutti gli stakeholder coinvolti. Sarebbe quindi importante una sensibilizzazione massiva sul deficit di GH, sulla sintomatologia ad esso correlata, ma anche e soprattutto sul miglioramento della qualità della vita grazie ad una diagnosi precoce con conseguente gestione della condizione patologica. 



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