Chiara Ronchetti
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
La salute è il bene più importante per ognuno di noi. Tuttavia, l’Italia rappresenta uno dei Paesi in cui la health literacy è tra le più basse in Europa. Da questa consapevolezza e dalla volontà di sensibilizzare i giovani sul valore dei progressi scientifici per la salute, il benessere e la qualità della vita nasce “Fattore J”, grazie alla collaborazione tra Johnson & Johnson Innovative Medicine e Fondazione Mondo Digitale. Il progetto offre alle scuole superiori di tutta Italia un vero e proprio ecosistema formativo, finalizzato a diffondere conoscenza sul valore della medicina, della scienza e dell’innovazione.
Potrebbe descriver Fattore J brevemente?
In continuità con le precedenti edizioni, quella di quest’anno ha affrontato i temi della prevenzione, dell’accesso alle cure e dell’innovazione terapeutica, aree in cui la corretta informazione gioca un ruolo di primo piano, tramite una serie di incontri e webinar rivolti agli studenti. In parallelo, abbiamo integrato l’edizione con un risvolto concreto, offrendo ai ragazzi la possibilità di accedere a percorsi di alternanza scuola-lavoro presso alcune associazioni pazienti che hanno supportato l’iniziativa. Abbiamo inoltre rafforzato il focus sull’innovazione, dando agli studenti la possibilità di approfondire i temi dell’intelligenza artificiale applicata al settore sanitario, attraverso il contest HealthBot. Gli studenti, insieme a un gruppo di esperti, hanno creato dei prototipi per supportare pazienti, medici e caregiver nella gestione delle malattie, nella diagnosi precoce e nell’assistenza terapeutica. I progetti sono stati presentati durante la RomeCup 2024, uno dei maggiori eventi italiani dedicati ai giovani e alla scienza.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Nelle quattro edizioni del progetto siamo riusciti a coinvolgere 30.000 giovani, 200 scuole, insieme a 18 associazioni di pazienti e organizzazioni civiche, 3 partner accademici e 5 partner istituzionali. Una grande rete che crede nel fatto che nei prossimi 10 anni avremo più innovazione nella salute rispetto agli scorsi 100. L’intelligenza artificiale e la medicina di precisione stanno portando ad un’accelerazione incredibile. Un’ondata di innovazione sta arrivando! Basti pensare che entro il 2030, noi di Johnson & Johnson prevediamo di mettere a disposizione di medici e pazienti oltre 20 nuove terapie e 50 nuove indicazioni terapeutiche.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
La formazione sicuramente è un tassello fondamentale di come ci immaginiamo la medicina del futuro e continueremo a investire in quest’ambito. Ma un altro valore per noi fondamentale è l’apertura al dialogo con tutti gli interlocutori chiave del sistema salute. Ne è un esempio la J&J Week, un’intera settimana trascorsa sotto il titolo “Insieme verso la medicina del futuro”, durante la quale abbiamo coinvolto istituzioni, clinici, associazioni pazienti, università e centri di ricerca per immaginare insieme le evoluzioni della sanità.
Qual è l’aspetto principale del Corporate Social Responsibility che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
In Johnson & Johnson Innovative Medicine la responsabilità nei confronti di pazienti, medici, caregiver e delle comunità in cui operiamo è parte integrante del nostro impegno quotidiano, un principio che da 138 anni ispira tutte le nostre scelte e che dal 1946 è spiegato nel nostro Credo, l’insieme di valori che guidano le nostre attività. L’attenzione per l’ambiente, per le nuove generazioni e per la comunità sono solo alcune delle iniziative che abbiamo valorizzato e su cui continueremo a puntare in futuro, consapevoli del contributo che possiamo offrire sul territorio. Anche l’importanza della DEI e quindi l’impegno per costruire un ambiente di lavoro inclusivo caratterizza il nostro lavoro e credo sarà sempre più centrale in un’ottica di CSR.