In quanto soggetti “fragili”, le persone con Sclerosi Multipla sono tra quelle che devono difendersi con maggiore attenzione rispetto a tutti gli altri dal rischio di contrarre l’infezione da Covid-19.
I loro comportamenti e quelli dei loro famigliari (caregiver) devono tener conto di questa condizione ed essere improntati ad una estrema attenzione e protezione dal rischio infettivo, tanto che alcuni pazienti hanno parlato di “lockdown nel lockdown”.
Tra queste le misure di prevenzione per i pazienti con SM ci sono stati, ad esempio, l’affidamento del ritiro della terapia e la consegna degli esami di monitoraggio del trattamento ai famigliari o ad altri servizi resi disponibili dai Centri SM stessi, da Croce Rossa, Protezione Civile e AISM, il rinvio dei controlli di routine, il ricorso al teleconsulto anziché alla visita in presenza.
L’insieme di questi fattori ha naturalmente comportato per i pazienti il rischio di subire un impatto negativo sulla gestione stessa della terapia.
L’avvio della campagna vaccinale ha introdotto un ulteriore elemento di criticità per i malati di SM, visto che in ambito clinico è emersa un’incertezza degli effetti di una sovrapposizione dei vaccini con le terapie programmate per la sclerosi multipla. Alcuni medici hanno sconsigliato questa sovrapposizione, generando la diffusione di paure presso pazienti che hanno, invece, l’assoluta esigenza di proteggersi dal virus.
HANNO PARTECIPATO
Prof. Diego Centonze
Direttore UOC Neurologia dell'IRCCS, Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, di Pozzilli (Isernia)
Prof. Claudio Gasperini
Direttore UOC Neurologia e Neurofisiopatologia del San Camillo Forlanini di Roma